Viviamo una fase storica di “emergenza climatica” che richiede una risposta chiara e ambiziosa, lo dobbiamo alle nuove generazioni che chiedono a gran voce di prenderci le nostre responsabilità e adottare una politica climatica che inverta la rotta della nostra economia basata sullo sfruttamento delle risorse per un nuovo modello di produzione e di consumo basato sull’economia circolare.
In occasione della Conferenza sul clima, ben 77 Paesi si sono impegnati a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e c’è stata una grande mobilitazione di soldi pubblici e privati verso la decarbonizzazione: 1.000 miliardi in Africa per promuovere energie rinnovabili.
Ho particolarmente apprezzato l’iniziativa di piantare 11 miliardi di nuovi alberi. Da anni il Movimento Cinque Stelle organizza in autunno l’evento “Alberi per il futuro”, che si occupa di piantare alberi nelle nostre aree urbane, coinvolgendo le amministrazioni comunali.
Dal 2015 a oggi abbiamo piantato più di 40mila alberi in oltre 200 comuni italiani. Gli alberi sono in grado di assorbire enormi quantità di CO2, e se ne piantassimo a sufficienza (smettendo al contempo di disboscare) potremmo ridurre sensibilmente i livelli di gas serra presenti nell’atmosfera e contenere l’aumento delle temperature del pianeta entro 1,5°C. Secondo il rapporto IUCN (Unione Internazionale per la conservazione della natura) più della metà degli alberi europei sono a rischio di estinzione.
Delle 454 specie di alberi nativi, il 42% rischia di estinguersi dal nostro continente, la percentuale sale al 58% per le specie endemiche, ovvero quelle che si trovano solo in Europa.
Le ragioni sono sempre le stesse: disboscamento, espansione delle aree urbane, inquinamento, e introduzione di specie invasive.
Anche gli effetti del cambiamento climatico portano il loro carico di responsabilità, il cambiamento della temperatura porta all’insediamento di nuovi tipi di parassiti, funghi e insetti che hanno un’elevata carica distruttiva verso questi alberi.
Ma se da un lato sempre più Paesi hanno dichiarato di voler raggiungere la neutralità climatica al 2050 e di aumentare i tagli di emissioni previsti al 2030, dall’altro i tanti accorati appelli del segretario generale dell’ONU Guterres sono rimasti inascoltati: lo stop dei sussidi alle fonti fossili e ai nuovi impianti a carbone rimangono enormi problemi da affrontare.
Rimane un po’ di amaro in bocca anche quando si vede il Presidente Trump, leader di uno dei Paesi più inquinanti al mondo, non fare alcun riferimento all’ambiente e al clima nel suo intervento.
Altrettanto preoccupante è la linea tenuta dal Presidente brasiliano Bolsonaro che ha negato le recenti devastazioni causate dagli incendi della foresta amazzonica e non la riconosce come patrimonio mondiale dell’intero pianeta. Inoltre, India, Cina e Turchia pianificano l’espansione dell’uso del carbone.
E se alle volte si pensa che i cambiamenti climatici non abbiano grandi effetti a “casa nostra”, lascia senza parola la notizia che un ghiacciaio del Monte Bianco stia per collassare a causa proprio dei cambiamenti climatici.
L’ IPCC (The Intergovernal Panel on Climate Change) in un nuovo importante report documenta come il cambiamento climatico stia influenzando l’oceano e le parti ghiacciate della terra, afferma che se le emissioni di gas a effetto serra continuano ad aumentare, i livelli dei mari potrebbero aumentare di oltre un metro entro la fine del secolo, dando vita ad eventi sempre più estremi e disastrosi, milioni di persone che vivono nelle zone insulari o vicino alla costa perderebbero la loro casa costretti a migrazioni forzate, l’aumento del calore causerà lo scioglimento del permafrost che porterà al rilascio di enormi quantità di anidride carbonica e metano nell’atmosfera peggiorando significativamente i cambiamenti climatici.
Il governo italiano si è presentato all’ONU come Paese guida nella lotta ai cambiamenti climatici con il lancio di un Green New Deal, sostenendo il multilateralismo come unico mezzo efficace per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, presentando impegni concreti a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, incluso un piano per l’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili verso cui vengono ancora stanziati 5.300 milioni di sussidi nel Mondo, 231 milioni solo nell’UE. Il nostro governo si è anche impegnato a chiudere le centrali a carbone entro il 2025 e a fornire sussidi alle imprese verdi e virtuose.
Vedremo adesso quali saranno le proposte della Commissione Europea che ha annunciato una proposta legislativa sul clima nei primi 100 giorni del mandato che punterà a una riduzione delle emissioni, nell’ambito dell’Accordo di Parigi.
Dobbiamo riuscire a spostare il più possibile finanziamenti pubblici e privati verso la decarbonizzazione, l’economia circolare e l’efficienza energetica.
Inoltre, continueremo a chiedere a gran voce di scorporare gli investimenti verdi e sostenibili dalle regole di bilancio e dal patto europeo di stabilità e crescita.
A cura dl’On. Eleonora Evi.