Molte idee del M5S sono state accolte e possiamo dire con soddisfazione che si tratta di una rivoluzione verde che cambia la rotta rispetto alle pratiche diffuse in Italia, dove inceneritori e discariche la fanno da padroni inquinando e mettendo a repentaglio la salute dei cittadini.
Ecco i punti salienti approvati che ora devono essere applicati dagli Stati membri per il passaggio a un'economia circolare:
1) introdurre o aumentare le tasse per l'incenerimento e la messa in discarica;
2) introdurre sistemi "paga chi inquina";
3) concedere incentivi economici alle autorità locali per promuovere la prevenzione e aumentare la raccolta separata;
4) supportare lo sviluppo del settore del riuso;
5) aumentare la consapevolezza pubblica sulla gestione di rifiuti;
6) utilizzare i fondi europei per lo sviluppo di infrastrutture per la gestione di rifiuti per raggiungere gli obiettivi di preparazione al riuso e riciclo.
Dopo il voto nell'assemblea plenaria del Parlamento europeo, questi punti verranno negoziati con la Commissione e il Consiglio europeo nei cosiddetti triloghi. Il Movimento 5 Stelle non accetterà nessun passo indietro e nessun insabbiamento. L'economia circolare è una conquista per tutti i cittadini che vogliono vivere senza minacce alla propria salute.
Grazie agli emendamenti del M5S sono state approvate delle misure per promuovere lo sviluppo di mercati per prodotti riusati e riciclati e per migliorare la qualità dei materiali riciclati stessi.
La raccolta separata obbligatoria si applica già alle seguenti categorie di rifiuti: carta, metalli, plastica e vetro, ma su proposta del Movimento 5 Stelle il Parlamento europeo ha aggiunto anche i rifiuti organici. Abbiamo chiesto e ottenuto che la riduzione dei rifiuti alimentari sia del 30% entro il 2025 e del 50% entro il 2030 (rispetto al 2014) e la promozione di modelli sostenibili di produzione e consumo e l'uso di prodotti facili da condividere, bio-based, riutilizzabili, riparabili e riciclabili.
Il Movimento 5 Stelle aveva anche proposto l'eliminazione di tutti i sussidi diretti e indiretti alle fonti fossili (purtroppo però la relatrice eurodeputata Simona Bonafè del PD ha bocciato questa proposta e la maggioranza della commissione Ambiente si è adeguata) e il divieto dell'utilizzo dei fondi europei per l'incenerimento e la messa in discarica (per ragioni tecniche questa proposta è stata rinviata a una discussione successiva).
Abbiamo chiesto inoltre di applicare la responsabilità estesa del produttore anche agli imballaggi, che oggi è prevista solo per i rifiuti elettrici ed elettronici.
Entrando nel merito di alcuni punti, nella versione finale del compromesso, il compostaggio è stato inserito allo stesso livello della digestione anaerobica e per questo abbiamo votato contro il compromesso. Il compostaggio, soprattutto a livello locale, può essere una risorsa per arricchire il suolo di nutrienti importanti ed è un'opzione che andrebbe preferita alla digestione anaerobica.
Tuttavia, le nuove norme prevedono che entro il 2030 la quantità di rifiuti messi in discarica dovrà essere ridotta a un massimo del 5% di rifiuti municipali e che solo i rifiuti residui (per cui non sarà più possibile trattarli ulteriormente) potranno essere messi in discarica. Il Movimento 5 Stelle aveva proposto il divieto di messa in discarica dei rifiuti biodegradabili entro il 2025 e il divieto completo di messa in discarica entro il 2030, fatta eccezione per determinati rifiuti pericolosi e residui per i quali la discarica rappresenta il metodo di smaltimento più ecologico.
Per concludere, c'è da sottolineare che con il voto di fine gennaio scorso, la commissione Ambiente ha migliorato la proposta legislativa sul pacchetto rifiuti con obiettivi di riciclo e di preparazione al riuso dei rifiuti municipali più alti rispetto alla proposta della Commissione europea. Purtroppo, non siamo riusciti a fare approvare un divieto completo all'incenerimento. Il Parlamento si è limitato a vietare l'incenerimento dei rifiuti raccolti separatamente e dei rifiuti biodegradabili, meglio della legislazione vigente ma non abbastanza per eliminare questa pratica che danneggia l'ambiente e i cittadini.
A cura di Piernicola Pedicini