Iniziare il percorso da attivista ha rappresentato, per me, lo strumento per dare il mio personale contributo alla costruzione di una risposta concreta.
Ho avuto la fortuna di poter unire questa riflessione a quelle già acquisite indirettamente grazie alle esperienze imprenditoriali di mio padre, che ha gestito per anni un albergo e ristorante. Per questo ho toccato con mano e vissuto sulla mia pelle tutte le difficoltà di un piccolo imprenditore: tasse onerose, ritardi, figli, burocrazia complessa, una giustizia lenta e non al passo dei problemi da risolvere.
Per questo posso comprendere bene il dramma di chi si trova a dover ricevere soldi dalla pubblica amministrazione e, nel frattempo, è costretto a pagare tasse su tasse. Troppe aziende ancora oggi in Italia muoiono per crediti e non per debiti.
Proprio per questo motivo, da quando nel 2014 sono stato eletto al Parlamento Europeo, pur dedicandomi prioritariamente alla politica estera e di difesa, non ho mai perso di vista i bisogni e i problemi dei piccoli imprenditori italiani.
All’interno del Parlamento Europeo ho sempre cercato di dare il mio contributo per creare le opportunità necessarie affinché l’Italia, e i suoi cittadini, possano tornare ad essere competitivi in Europa e a beneficiare di un’architettura normativa che tuteli meglio i loro diritti.
Parallelamente, il desiderio di rendermi utile a livello locale mi ha spinto nel 2014 a ideare e realizzare "Fondiamo - Risorse in MoVimento", un workshop sui fondi europei che ho organizzato ben cinque volte a Bruxelles per i nostri consiglieri comunali, sindaci, assessori e consiglieri regionali e innumerevoli volte sul territorio.
Questa attività ha permesso di far conoscere le opportunità dell’Europa per le piccole e medie realtà impreditoriali e amministrative in Italia, supportando le amministrazioni e la nostra rete territoriale nel diffondere il know-how necessario per poter partecipare e vincere i bandi.
Troppe volte sentiamo parlare di Fondi europei ma poi, dal punto di vista pratico, le pmi non sanno come accedervi. La mia iniziativa è volta proprio a dare un contributo per colmare questo gap. Tanto a livello europeo quanto a livello governativo stiamo lottando per riportare l’Italia, tanto dal punto di vista quantitativo quanto da quello qualitativo, nei posti giusti della classifica europea!
Poter offrire il mio contributo in questo ambito mi ha reso ancora più consapevole, e fiero, dei progetti che sono stati realizzati anche grazie a questa formazione. Vedere un giovane non più costretto a partire o una piccola o media impresa che riesce a rialzarsi anche grazie alle informazioni apprese ai corsi che ho organizzato, credetemi, mi ha davvero toccato.
Possiamo e dobbiamo fare di più per la nostra filiera produttiva, e per questo non smetterò di impegnarmi alacremente anche nella prossima legislatura.
Parallelamente, le mie esperienze, in Francia prima e a Bruxelles adesso, non hanno fatto altro che accrescere la mia grande passione per la geopolitica, le relazioni internazionali e i diritti umani, argomenti che ho costantemente seguito e approfondito nel corso degli anni.
Ho preso parte a missioni in teatri di guerra, come la Libia e la Nigeria e sono stato capo osservatore in Tunisia, giusto per citarne alcuni esempi del mio percorso.
Grazie al programma "Forum dei Giovani Leaders", da me fondato al Parlamento Europeo, ho potuto contribuire a far interagire giovanissimi esponenti politici e della società civile di Paesi in guerra da decenni, supportando un processo di riconciliazione e una cultura del dialogo che sconfigga la temibile "educazione all'odio".
Questi ultimi cinque anni sono stati per me straordinariamente formativi, grazie alle numerose e molteplici esperienze che ho potuto vivere in prima persona. È anche grazie a questo mandato a Bruxelles se ho potuto approfondire la mia consapevolezza delle importanti risorse di cui l’Italia dispone, in termini di capitale umano e conoscenze tecniche in moltissimi settori strategici.
Per questo dobbiamo continuare a promuovere con tutte le nostre energie il ‘made in’ e le eccellenze del nostro Paese, supportandole con un'architettura istituzionale europea che, nel promuovere l’apertura verso il mondo e le occasioni di export, sia al contempo in grado di migliorare le reali opportunità lavorative per i giovani in Italia.
Agricoltura, settore tessile, arte e cultura, sanità, ingegneria: non c’è un settore in cui l’Italia non abbia delle eccellenze riconosciute a livello mondiale. Dobbiamo quindi ricordarci sempre da dove veniamo e cosa siamo in grado di fare: solo così la nostra economia potrà essere tutelata e supportata.
Solo così potremo rivendicare a testa alta una centralità nel processo decisionale europeo, che la nostra storia e il nostro contributo all’integrazione europea ci impongono di perseguire.
A cura dell'On. Fabio Massimo Castaldo.