Secondo un recente rapporto Eurostat, infatti, nel 2018, il 69% degli internauti ha acquistato prodotti online e nel 36% dei casi, l’acquisto aveva natura transfrontaliera. Se i vantaggi dell’e-commerce, dall’abbattimento della distanza geografica alle infinite possibilità di scelta, sono dunque noti ai più, non altrettanto può dirsi dei diritti che la normativa europea attribuisce ai consumatori quando acquistano online.
Questi spesso si trovano a dover fronteggiare le spiacevoli conseguenze di un incauto acquisto, oppure a non conoscere, prima della conclusione dello stesso, gli strumenti di cui godono per compiere transazioni in sicurezza. Ecco dunque una breve panoramica di quanto, chi si accinge a fare shopping online, dovrebbe sempre aver presente.
In primo luogo, prima di compiere un acquisto online, è bene valutare approfonditamente l’affidabilità del sito. È sufficiente adottare semplici accorgimenti come verificare la titolarità del dominio attraverso appositi strumenti disponibili online gratuitamente oppure analizzare la presentazione generale del sito web, controllando che non vi siano traduzioni approssimative: se i “cookies” cioè i file che vengono creati ai fini della navigazione, vengono presentati come “biscotti”, probabilmente non si è in presenza di un venditore così professionale.
E' inoltre di fondamentale importanza che il venditore stesso sia facilmente identificabile: è indispensabile la presenza di un indirizzo geografico e di recapiti di contatto. In ambito europeo è inoltre possibile effettuare un rapido controllo della partita IVA attraverso il VIES, sistema elettronico di scambio di dati sull’IVA disponibile in rete: basterà inserire il numero della partita IVA per verificarne la titolarità e la validità e dunque la corretta registrazione del venditore.
Anche le recensioni degli utenti forniscono un valido aiuto; è buona regola non limitarsi al numero di stelle assegnate ad un determinato venditore ma leggere anche il contenuto delle recensioni per assicurarsi che provengano da utenti reali.
La presenza di un marchio di fiducia, come ad esempio il sigillo Netcomm, garantisce inoltre l’adesione ad uno specifico codice di condotta e può essere dunque indice di affidabilità.
Una volta effettuati questi primi controlli, si può procedere ad esaminare il contenuto del sito, prestando attenzione alle informazioni precontrattuali fornite: prima della finalizzazione dell’acquisto, le caratteristiche del bene o del servizio devono essere adeguatamente presentate, così come il prezzo totale, comprensivo di tutti i supplementi e costi aggiuntivi quali quelli di spedizione.
I mezzi di pagamento devono essere chiaramente indicati e allo stesso modo, le modalità di esecuzione del contratto, la sua durata e gli strumenti attraverso cui è possibile presentare reclami devono essere opportunamente dichiarati. Un ottimo stratagemma per valutare la trasparenza del professionista è controllare che nelle condizioni generali vi siano riferimenti alla garanzia legale, obbligatoria per legge, al diritto di recesso e agli strumenti di risoluzione stragiudiziale delle controversie: chi vende in Europa è tenuto infatti a riportare sul proprio sito il link alla piattaforma ODR (Online Dispute Resolution), strumento digitale preposto dalla Commissione Europea per consentire a consumatori e professionisti di comporre la controversia insorta senza ricorrere alle vie legali. Infine, è fondamentale leggere l’informativa sulla privacy; la tentazione di bypassare pagine di testo e accaparrarsi immediatamente l’oggetto del proprio desiderio può essere difficile da arginare, ma informarsi su chi tratta i nostri dati e come eventualmente li diffonde non è affare di poco conto, soprattutto se, malauguratamente, tali dati vengono in seguito utilizzati impropriamente.
Una volta compiuto l’acquisto, se si tratta di un prodotto che deve essere fisicamente recapitato, è bene ricordare che la consegna deve avvenire entro il termine pattuito, o al più tardi, entro trenta giorni dall’acquisto. Se il venditore non rispetta tale termine o in alcuni casi, un ulteriore termine supplementare indicato dall’acquirente, quest’ultimo può chiedere la risoluzione del contratto e ottenere la restituzione del prezzo pagato.
A consegna avvenuta possono, infine, verificarsi due eventualità: il prodotto non è quello che abbiamo ordinato, è di un colore diverso oppure della taglia sbagliata, o ancora ci è stato recapitato non funzionante oppure… semplicemente ci siamo pentiti dell’acquisto.
Nel primo caso possiamo avvalerci della garanzia legale di conformità: prevista per legge, obbliga il venditore a consegnarci esattamente il bene che abbiamo acquistato e a riparare ad eventuali difformità attraverso la sostituzione o la riparazione senza alcuna spesa per il consumatore.
Nel secondo caso invece, e solo per gli acquisti online che non siano beni deperibili, personalizzati o servizi di trasporto, è possibile esercitare il diritto di recesso restituendo il prodotto ed ottenere così il rimborso di tutte le somme versate, compresi i costi di spedizione, a meno che in fase di acquisto non sia stata scelto un servizio particolare e più oneroso (es: spedizione express).
Attenzione: le spese per restituire il prodotto sono a carico dell’acquirente ed è necessario assicurarsi di rispedire il bene all’indirizzo indicato appositamente per il recesso, che non sempre coincide con quello di provenienza.
A cura di Flaminia Santilli, Centro Europeo Consumatori Italia.