Questo principio di civiltà ha definito negli anni tutta una serie di misure rivolte alle persone con disabilità per agevolare sia gli spostamenti con trasporto pubblico che con mezzi privati. Ma a che punto è oggi la situazione? È davvero facile per una persona con disabilità prevedere e progettare un viaggio? Uscire liberamente nelle nostre strade? È davvero garantita l’accessibilità negli spazi pubblici e sui mezzi pubblici? Molto è stato fatto e, in teoria, sembrerebbero esserci stati molti passi avanti.
Dal punto di vista normativo, la situazione è migliorata, grazie a leggi statali o regionali come quella approvata nella Regione Lazio (LR 10/2022) in vigore dal giugno 2022 – di cui sono stata promotrice e relatrice - che dedica l’intero articolo 8 al tema, stabilendo il principio sacrosanto della piena e dovuta accessibilità per una società e uno stile di vita inclusiva per tutti. È vero, esistono scivoli sui marciapiedi, predellini e spazi dedicati su treni aerei e autobus, servizi dedicati e aiuto su richiesta in stazioni aeroporti e negli spazi pubblici, uffici o teatri, sovvenzioni e aiuti per l’abbattimento delle barriere architettoniche e per l’acquisto di ausili. Ma tra la teoria e la pratica…
Raggiungere il posto di lavoro o un qualsiasi spazio pubblico è spesso difficoltoso, o addirittura impossibile a seconda del grado di inaccessibilità. I mezzi pubblici si rivelano a volte non idonei perché spesso non dispongono di appositi scivoli e attrezzature. Spesso i mezzi di locomozione pubblici e privati non sono a norma e anche quando sono a norma, non sempre rispettare le leggi equivale a dire che si sono fatte cose di buon senso e accessibili. Per spostarsi con mezzi propri occorre poi disporre di un’automobile con presidi ad hoc dai costi elevati e spesso non ammortizzati dagli aiuti economici previsti dalla legge.
I parcheggi appositi per i disabili, che si trovano più vicino alle entrate, a volte non sono presenti o talvolta sono occupati da persone che non hanno realmente necessità. Soprattutto anche quando una cosa è accessibile, come una fermata metro che ha un montapersone, un fatto è che sia sempre necessario il supporto di un operatore, un altro è avere un ascensore che sia sempre funzionante e pulito, che vada dal piano strada fino alla banchina d’accesso del mezzo, che non solo garantisce l’accessibilità ma anche e soprattutto un aspetto più importante: l’autonomia.
Potremo parlare di mobilità sostenibile solo quando tutti gli autobus saranno accessibili a tutti: non più l’autista che si ferma per attivare la pedana e consentire in modo posticcio l’accesso ma mezzi che abbiano un ingresso a livello strada che consentano alle persone con mobilità ridotte di accedere in autonomia. Non scordiamoci mai che le barriere architettoniche possono essere rappresentate da elementi urbanistici (parcheggi, porte, scale, corridoi), da oggetti ed arredi, da mancanza di piccoli accorgimenti o da elementi che possono essere causa di infortuni Inoltre molto spesso i servizi pensati per le persone con disabilità, si pensi agli uffici patente, agli autosaloni o a tutti gli altri luoghi dove chi deve organizzarsi per spostarsi si deve recare, sono ancora molto antiquati, privi di servizi online e ancora molto burocratizzati.
Nelle nostre città sono ancora presenti ancora tante – troppe – barriere, malgrado le leggi che ne impongono l’eliminazione, ma soprattutto moltissime sono le barriere culturali. È necessario quindi insistere contemporaneamente nell’attuazione delle regole scritte e nell’opera d’informazione e in quella di sensibilizzazione di tutti allo scopo di ridurre le vere barriere, quelle dell’ignoranza e della superficialità che contribuiscono a mantenere lo stato di emarginazione sociale, civile e lavorativa delle persone con disabilità. Noi ci crediamo e continueremo ad impegnarci per una società equa e inclusiva per tutti!