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Difendersi dalle banche, istruzioni per l’uso

16/7/2015

 
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Sempre più imprenditori negli ultimi decenni sono divenuti vittime del capitalismo e delle banche. Quante le storie di esseri umani che sono finiti nel baratro perdendo l’azienda, i risparmi di una vita, la casa, sino ad arrivare a compiere l’ultimo gesto estremo, “togliersi la vita”. Troppi i suicidi! È ora di dire basta!
La disavventura degli imprenditori italiani ha quasi sempre un minimo comune denominatore: l’istituto di credito comunica che il fido concesso è troppo alto, che i crediti non rientrano abbastanza velocemente. Quindi, la banca intima il rientro immediato o il ripianamento del debito, facendo contrarre agli imprenditori un mutuo così - a suo dire - si “aiuta l’azienda”, ma non a salvarsi, bensì a sprofondare in una palude di debiti dalla quale difficilmente potrà uscire.
L’indebitamento aumenta, il costo del denaro lievita perché il cliente non sa che continua a pagare molto spesso interessi su interessi e costi occulti nelle operazioni finanziarie proposte. Fortunatamente qualcosa sta cambiando, molti imprenditori hanno smesso di avere paura ed hanno iniziato a comprendere, grazie all’ausilio di consulenti specializzati, che ci si può difendere dalle banche ed che il maltolto può trasformarsi in un piccolo tesoretto nei bilanci aziendali.
Il primo passo è quello di far analizzare i conti correnti, gli anticipi fatture, i leasing ed i mutui attraverso una perizia econometria, in modo da farsi un’idea di quale sia la reale situazione finanziaria dell’azienda al netto di eventuali interessi usurai. Molto spesso, anzi, direi il più delle volte per esperienza consolidata, i conti correnti affidati da un po’ di anni si ritrovano, dopo un’attenta analisi, a trasformarsi da conti correnti con saldo negativo a conti correnti con saldi attivi a favore del correntista, per effetto delle indebite competenze, degli interessi anatocistici e degli effetti dei cosiddetti giorni valuta sugli interessi applicati, ed infine degli interessi usurai per effetto del superamento del Tasso Soglia.
Il reato di usura nella nostra legislazione è ancora un reato grave e la lobby bancaria continua a fare pressione per derubricarlo, come di fatto stava accadendo quando il Governo ha tentato di rendere legittimo il calcolo degli interessi sugli interessi, il cosiddetto “anatocismo”, vietato dal Codice Civile sin dal lontano 1942.
Chi decide di agire contro le banche è sottoposto ad una serie di minacce da parte delle stesse, circa possibili segnalazioni incentrate su rischi e revoche immediate dei fidi. Tutto ciò non deve scoraggiare gli imprenditori che, anzi, dovrebbero essere decisi e sicuri nelle azioni che intendono perseguire, perché le banche sanno di essere in torto e molto spesso optano per una transazione o mediazione stragiudiziale, al fine di evitare i contenziosi che farebbero emergere anche ulteriori posizioni aggravanti per gli istituti stessi, come la nullità dei contratti, danni morali e da lucro cessante e danni esistenziali.
Ma attenzione ai “finti salvatori”: guardarsi bene da chi sta facendo di questo problema sociale un mezzo per fare mercato, come i procacciatori, venditori di perizie, profeti dell’antiusura, che fanno firmare contratti capestro, promettendo mari e monti, facendo anche sottoscrivere delle polizze “soddisfatti o rimborsati” in caso di esito negativo del giudizio.
È importante rivolgersi solo a professionisti del settore, a Consulenti tecnici specializzati e ad Avvocati che trattano specificatamente la materia bancaria, iscritti in appositi albi professionali, ed allontanare i “loschi” che adocchiano le possibili vittime di usura bancaria, per divenire poi loro vittime. In questo modo si può stare tranquilli che le banche si guarderanno bene dal fare passi sbagliati. È utile documentarsi su internet e sulle riviste specializzate per verificare chi sono i professionisti e le associazioni a cui chiedere aiuto: sono le sentenze che parlano, non le chiacchiere dei millantatori.
La giurisprudenza cammina fortunatamente a grandi passi, le ultime sentenze favorevoli alle vittime costringono gli istituti di credito a risarcimenti che arrivano a sfiorare milioni di euro. Nel campo della contrattualistica poi, quando si chiedono alle banche i contratti di apertura di conto, si trovano spesso cose assurde: contratti stipulati con normative vecchie di oltre trent’anni, con nullità di tutti gli interessi pagati, clausole vessatorie, tassi non indicati, polizze non sottoscrivibili per scarsa propensione al rischio del sottoscrittore. Insomma, spesso la clausola interessi è nulla già per irregolarità contrattuale. Interessantissima poi la sentenza n° 350 del gennaio 2013, che rende nulla la clausola interessi su mutui e leasing qualora la somma del tasso di mora sia superiore al tasso soglia. Uno strumento importante per le famiglie, che possono chiedere sul mutuo l’annullamento degli interessi pagati e di quelli futuri, sempre con la dovuta prudenza e con una preventiva analisi del caso trattato.
Attraverso una continua campagna di sensibilizzazione, rivolgendosi a professionisti seri ed onesti, si potranno aiutare tante famiglie ed imprenditori ad uscire da questa crisi, e fare in modo che siano sempre meno le vittime di usura bancaria.

A cura di Anna Lisa Cuppone
© Gente in Movimento - riproduzione riservata


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