Secondo i numeri emersi, dal 2011 al 2017 Intermarket Diamond Business (Idb) e Diamond Private Investment (Dpi), hanno effettuato vendite per oltre un miliardo di euro.
Di questi almeno 600 milioni di euro riguardano il solo Banco Bpm che ha piazzato diamanti a circa 30-40 mila clienti ha incassato nel periodo oltre 100 milioni di commissioni.
Unicredit, che ha incassato 40-50 milioni di commissioni in sei anni, Intesa Sanpaolo, attiva a partire dal 2015, che ha coinvolto 7000 clienti nel 2016, Mps circa 14 mila operazioni dal 2013 al 2016 e commissioni totali tra i 30 e i 50 milioni di euro.
La guardia di finanza ha operato sequestri preventivi per oltre 700 milioni di euro a carico della fallita Intermarket Diamond Business e della Diamond Private Investment, e a carico delle banche avevano favorito le vendite il Banco Bpm - Banca Aletti, UniCredit, Intesa San Paolo e Montepaschi.
328milioni in capo alla Idb, 253alla Dpi, 83 milioni al BancoBpm-Banca Aletti, 32 milioni a Unicredit, 11 milioni a Banca Intesa e 35 milioni a Mps.
I sequestri sono stati chiesti dal procuratore aggiunto di Milano Riccardo Targetti, dalla pm Grazia Colacicco e sono stati disposti dal Gip Natalia Imarisio.
L’inchiesta aperta dalla procura milanese riguarda i reati di truffa aggravata e autoriciciclaggio e vede indagate una circa settanta persone tra cui il direttore generale di Banco Bpm e altri dirigenti.
Quanto alle banche le contestazioni si riferiscono all’articolo 25 octies della legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti con riferimento al reato di autoriciclaggio (articolo 648 ter 1 c.p.).
Dalle indagini in corso si scopre che coinvolti nella vicenda non solo piccoli risparmiatori anche personaggi noti tra cui Vasco Rossi (che avrebbe investito 2,5 milioni di euro), Diana Bracco, la conduttrice tv Federica Panicucci e la showgirl Simona Tagli (tutte per per alcune decine di migliaia di euro).
La vicenda che ha sottratto centinaia di milioni di euro a risparmiatori italiani si sposta quindi anche nelle aule penali, ma gli uffici legali delle associazioni di consumatori sono impegnati a recuperare i risparmi dei soci con azioni civili nei confronti delle banche, della fallita idb e della Dpi, ancora ufficialmente attiva ma senza significativa capacità operativa.
Ai clienti che si rivolgono per reclamare le banche rispondono in modo non uniforme e spesso ambiguo: ad alcuni vengono promessi risarcimenti completi al prezzo di acquisto (ma ancora pochissimi effettivamente realizzati), ad altri clienti vengono proposti risarcimenti del 30% o 40%, ad altri viene consigliato di “attendere”, ad altri ancora non viene data alcuna risposta.
Pertanto, il suggerimento della nostra Associazione Consumatori e dei nostri uffici legali è di interpellare la banca per richiedere il risarcimento integrale e quindi, se non si ottiene una soddisfacente risposta, di avviare le iniziative necessarie attraverso il proprio legale o l’associazione consumatori.
A.E.C.I., Associazione Europea Consumatori Indipendenti, si occupa sin dall’inizio della questione con numerosissimi contenziosi su tutto il territorio nazionale.
A cura di Leonardo Peruffo.