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Dal design la  rinascita del Piemonte

8/10/2021

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“Abbiamo inventato tutto, dal telefono all’auto, alla tv: all’Italia serve un ministero del design.”
Il design può essere la chiave di rinascita del Piemonte. Il nostro territorio ha inventato tutto, dal telefono all’automobile, alla televisione, poi, ma questa è un’altra storia, ci hanno portato via quasi tutto. Al nostro Paese, come ha invocato in più occasioni il nostro AD Silvio Angori, serve un ministero del design, così da ridare importanza alla progettazione industriale”. 

A raccontarlo in esclusiva a New Normal Live, il talk in onda su LinkedIn condotto dal giornalista e top voice di LinkedIn Filippo Poletti e Monica Bormetti, è Paolo Pininfarina, presidente del gruppo Pininfarina. 

È il manager, in diretta sul canale dedicato al mondo del lavoro, a indicare il futuro del design: “per progettare il futuro servono tante e nuove figure”.

Figlio del senatore a vita Sergio Pininfarina e nipote del fondatore della Pininfarina, Battista “Pinin” Farina, Paolo Pininfarina riflette sull’oggi e sul domani a partire dalla sua formazione tecnica, di laureato al Politecnico di Torino: “il design industriale” spiega l’ingegnere dal quartier generale di Cambiano, “è diventato sempre più multidisciplinare. Per progettare ci vogliono diverse figure: servono anche sociologi e psicologi così come esperti di esperienza degli utenti, quali sono gli experience designer. Non basta più progettare qualcosa di bello: occorre mettere al centro l’esperienza di chi userà il prodotto. Per questa ragione in Pininfarina abbiamo introdotto la figura dell’head of experience design”. 

Chi progetta è chiamato, in sostanza, ad abbracciare nuove sfide: “Pininfarina è un’azienda che non si è mai addormentata sul passato e non ha mai vissuto sugli allori. Siamo al passo con i tempi, dinamici. La chiave del nostro successo è la capacità di generare nuove forme, anticipando il futuro”.

Guardando al Paese, il presidente Pininfarina, classe 1958, sottolinea l’importanza del “Designed in Italy”: “Serve un ministero del design, perché da questo ambito può arrivare la spinta per ripartire”. 

Uno stimolo, sotto questo aspetto, è la nuova concept car Teorema, presentata pochi giorni fa dalla casa piemontese: “la Teorema è un acceleratore di tecnologie avanzate, la soluzione a una serie di problemi. È un progetto assolutamente nuovo anche per noi, perché è totalmente virtuale ed è stato fatto in tempi relativamente rapidi, in appena cinque mesi. L’ingresso dei passeggeri nella Teorema, ad esempio, è stato pensato da dietro, i bagagli sono depositati ai lati e, grazie alla presenza di ampie vetrate, è garantita un’esperienza immersiva di viaggio. Il mio personale contributo è stato quello di aver fatto in modo che nella Teorema fossero presenti quei valori di essenzialità, eleganza e armonia che contraddistinguono lo spirito di Pininfarina”. 

Il domani dell’auto sarà, secondo il presidente Pininfarina, dominato dalla tecnologia elettrica: “dal punto di vista della produzione nel 2035 le auto elettriche saranno più del 50%. Personalmente trovo che l’ibrido, con alimentazione elettrica e a idrogeno, sia un buon compromesso. La mobilità sarà iperconnessa e diventerà totalmente autonoma in tempi che vedrà chi è più giovane di me. Non riesco, tuttavia, a immaginare un mondo di automobili dove il pilota non conti più. Vedo la possibilità del livello 5, quello senza guida da parte degli uomini, adattabile in contesti molto particolari come i circuiti chiusi. Il livello 4, in uso dagli aerei, è un punto al quale si può pensare di arrivare tra 5-10 anni. Il piacere della guida” aggiunge, “ci sarà ancora”. 

Il colloquio con il presidente Pininfarina è l’occasione per riflettere sulla sua esperienza alla guida dell’azienda piemontese: era l’estate del 2008 quando, dopo la tragica scomparsa del fratello Andrea, Paolo prese in mano le redini della casa di design. 

“Quando l’impresa ha compiuto 60 anni, nel 1990, abbiamo fatto un libro dove erano presentate 498 auto firmate da Pininfarina. Nel nuovo libro ‘90 anni’ abbiamo aggiunto 128 automobili, superando la cifra di 600”, rimarca il manager torinese. 

“La nostra famiglia è nata nell’Astigiano, a due passi da Castelnuovo Don Bosco, in una zona depressa dal punto di vista agricolo. Mio nonno era il decimo di 11 figli, il piccolo, ‘Pinin’in dialetto piemontese. Iniziò a lavorare a 13 anni, personalizzando i sedili delle vetture da corsa per Vincenzo Lancia: a distanza di quasi un secolo la Pininfarina continua a ‘customizzare’ i suoi prodotti, studiando ad esempio sedute speciali per i clienti della hypercar elettrica Battista”. Nel futuro, infine, “vedo un’azienda ancora più diversificata” conclude il presidente Pininfarina ai microfoni 
di New Normal Live. 

“Se oggi ci occupiamo al 70% di auto e al 30% di progettare in altri ambiti, arriveremo al 50 e 50, cercando di essere sempre più presenti in mercati chiave e in forte espansione come la Cina”. 

A cura di Filippo Poletti.
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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