“Ho contato una dozzina di nazionalità diverse tra chi lavora da noi: qui c’è solo pura e semplice meritocrazia. Ma non ci bastava, per questo abbiamo attivato il progetto dei curriculum anonimi. Serve un occhio tecnico e neutrale, abbiamo bisogno dei migliori cervelli in circolazione: non sono certo l’età, la provenienza o il genere a far la differenza. Non a caso, più di metà delle dipendenti sono donne e molte di loro hanno ruoli apicali dentro l’azienda, anche nel board”.
Un’esperienza simile è stata provata in Finlandia, la municipalità di Helsinki ha infatti lanciato con successo un programma pilota: i responsabili HR prima di convocare i candidati vedono solo un elenco di competenze e un codice identificativo a quattro cifre. I recruiter hanno apprezzato l’iniziativa: al colloquio si evitano discriminazioni (anche inconsce, magari dovute ad un eloquio particolarmente brillante). La seconda novità, che presto sarà resa operativa in Velvet Media, è il progetto “In your shoes”. È una sorta di “Erasmus in azienda”, lo spiega il responsabile delle risorse umane, Stefano Negroni. “L’idea è quella di far cambiare ufficio una volta la settimana, per permettere a tutti di vedere come si lavora nell’ altra parte del mondo”, dice.
“Ci sono settori come il copywriting e la SEO che sono affini, provare a camminare per un giorno nelle scarpe altrui è formativo per sé stessi e migliora i rapporti tra colleghi”. Infine, nell’organigramma c’è anche la manager della felicità!