Gente in Movimento
  • Home
  • Chi siamo
  • Notizie
  • Collaboratori
  • Rivista
    • Sfoglia GM
    • Scarica GM
    • Regala GM
  • Contatti
  • Sponsor & Partner

Con il Bully on the road

3/3/2015

0 Comments

 
Immagine
Il “Bully” è stato sicuramente uno dei simboli dell’industria automobilistica tedesca e, allo stesso tempo, sicuramente il veicolo commerciale più conosciuto nel mondo. Attualmente, detiene il record di produzione, essendo stato assemblato per 53 anni dal 1950 al 2003.
 La storia del Maggiolino - che porterà alla produzione del Bully - ha inizio per scelta di Adolf Hitler che, in un discorso del 1934, annunciò la sua scelta di mettere in produzione un’auto per tutti, dietro al motto “l’auto non deve essere un privilegio”. Così, nel 1936, affidò al designer Ferdinand Porsche il compito di sviluppare un’automobile per il popolo. Essa doveva avere le seguenti doti: capacità di trasportare cinque persone oppure tre soldati e un fucile mitragliatore, viaggiare oltre i 100km/h consumando in media 7 litri per 100 km e non avere un prezzo superiore ai 1000 marchi.
Nel 1936 i primi tre prototipi furono pronti e Hitler chiese di cercare la zona ideale per costruire gli stabilimenti dell’azienda, che si chiamerà poi Volkswagen. Venne scelta una zona nei pressi del castello di Wolfsburg e nel 1938 uscì dalle linee di montaggio la prima automobile, che venne inizialmente nominata (il nome venne deciso da Hitler in persona) KDF-Wagen, Kraft Durch Freude Wagen, ovvero “auto: forza attraverso la gioia”. La KDF-Wagen, denominata tecnicamente Type 1, si dimostrò tecnologica e moderna per i tempi, vantando una meccanica semplice e robusta. 
Il motore era un boxer quattro cilindri da 985cc e 23.5 cavalli di potenza, con albero a camme centrale e distribuzione ad aste e bilancieri, con un innovativo per l’epoca sistema di valvole in testa. Il raffreddamento era ad aria, con un piccolo radiatore per l’olio, attraverso il quale il circuito di lubrificazione contribuiva a mantenere stabile la temperatura del motore, rendendo molto leggero ed affidabile il piccolo motore, utilizzato fin da subito per applicazioni industriali.
Terminata finalmente la guerra, la Germania e nello specifico l’industria automobilistica tedesca erano in ginocchio, la fabbrica Volkswagen di Wolfsburg era per due terzi distrutta. L’area, per competenza territoriale, era sotto il controllo dell’esercito britannico, i quali pensarono inizialmente di demolire lo stabilimento; tuttavia, all’ultimo momento gli inglesi cambiarono idea e affidarono l’azienda all’ingegnere Heinz Nordoff. Con pochi operai e materiali di fortuna, la produzione di Type 1 riprese con una centinaia di esemplari all’anno. 
Sul finire degli anni ‘40 la Volkswagen cominciò a produrre un singolare veicolo utilitario con la meccanica del Maggiolino, il cui vano di carico era posizionato davanti al posto di guida sotto al quale era sistemato il motore. In un paio di anni questo rudimentale veicolo venne affinato, il posto di guida passò nella parte anteriore mentre il gruppo propulsore sotto il cassone; negli anni a venire la casa tedesca aprì filiali in Brasile, negli Stati Uniti, in Messico ed in Sud Africa, ed in ogni mercato questo piccolo autocarro riscosse enorme successo. 
A partire dall’inizio degli anni sessanta, il Bully venne prodotto anche in versione camper, fu il primo veicolo prodotto in serie destinato a clienti “plain air”. Il Bully divenne in poco tempo un cult delle avventure on the road, motorizzando oltre che i ragazzi del ’68, generazioni di camperisti.
Il protagonista della nostra storia uscì dagli stabilimenti di Wolfsburg nel febbraio del 1964 come scocca vetrata destinata ad allestitori esterni, una delle numerose versioni che i concessionari Volkwagen potevano commerciare. Destinato ad essere allestito come camper, il suo assemblaggio era stato terminato nello stabilimento Westfalia, azienda che ancora oggi allestisce veicoli di questo tipo su meccanica Volkwagen e fu consegnato e spedito alla filiale di Parigi della casa tedesca. 
Il Bully era stato ordinato da un commerciante di automobili italiano che operava nella capitale francese - siamo in un epoca che i camper non sono diffusi come ai giorni nostri - ed il commerciante aveva pensato di acquistarne uno per farsi le vacanze in Italia e quindi rivenderlo.  Venne immatricolato a luglio del 1964 ed il suo battesimo della strada avvenne con un bel viaggio a Firenze, ma al ritorno il proprietario, entusiasta dell’acquisto, decise di tenersi per sè il nuovo giocattolo.
Negli anni a seguire vendette molti veicoli simili, ma con il Bully viaggiò con la famiglia per tutta l’Europa ed anche quando, per sopragiunti limiti di età, lo mandò in pensione non ebbe il coraggio di venderlo, parcheggiandolo nel garage della sua casa in Valle d’Aosta. 
È proprio a Challant Saint Anselme, ai piedi del Monte Rosa, che l’attuale proprietario lo trovò parcheggiato coperto da un consistente strato di polvere. 
Oggi il Bully ha iniziato una nuova vita, restando però in linea con la sua mission, ovvero il fedele compagno di viaggio di chi siede al posto di guida per vivere l’avventura on the road.

A cura di Roberto Gianusso

© Gente in Movimento - riproduzione riservata

0 Comments

Your comment will be posted after it is approved.


Leave a Reply.

    RUBRICHE

    Tutti
    ATTUALITÀ
    BENESSERE E BELLEZZA
    CINEMA E LIBRI
    CONSUMATORE
    COSTUME E SOCIETÀ
    DESIGN
    ECONOMIA E LAVORO
    EUROPA
    EVENTI
    EVENTI E SPETTACOLI
    FOOD & WINE
    FOTOGRAFIA
    IMPRESA
    INNOVAZIONE
    MODA
    MOTORI
    MUSICA
    POLITICA
    PREVIDENZA
    PROFESSIONI
    RASSEGNA STAMPA
    SICUREZZA
    SPORT
    TEMPO LIBERO
    VIAGGI

    ARCHIVIO

    Gennaio 2023
    Dicembre 2022
    Novembre 2022
    Ottobre 2022
    Maggio 2022
    Aprile 2022
    Marzo 2022
    Febbraio 2022
    Gennaio 2022
    Dicembre 2021
    Novembre 2021
    Ottobre 2021
    Settembre 2021
    Agosto 2021
    Luglio 2021
    Giugno 2021
    Maggio 2021
    Aprile 2021
    Marzo 2021
    Febbraio 2021
    Gennaio 2021
    Dicembre 2020
    Novembre 2020
    Ottobre 2020
    Settembre 2020
    Agosto 2020
    Luglio 2020
    Giugno 2020
    Maggio 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Febbraio 2020
    Gennaio 2020
    Dicembre 2019
    Novembre 2019
    Ottobre 2019
    Settembre 2019
    Agosto 2019
    Luglio 2019
    Giugno 2019
    Maggio 2019
    Aprile 2019
    Marzo 2019
    Febbraio 2019
    Gennaio 2019
    Dicembre 2018
    Novembre 2018
    Ottobre 2018
    Settembre 2018
    Agosto 2018
    Luglio 2018
    Giugno 2018
    Maggio 2018
    Aprile 2018
    Marzo 2018
    Febbraio 2018
    Gennaio 2018
    Dicembre 2017
    Ottobre 2017
    Settembre 2017
    Luglio 2017
    Maggio 2017
    Marzo 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Settembre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016
    Febbraio 2016
    Gennaio 2016
    Dicembre 2015
    Novembre 2015
    Ottobre 2015
    Settembre 2015
    Agosto 2015
    Luglio 2015
    Giugno 2015
    Maggio 2015
    Aprile 2015
    Marzo 2015
    Febbraio 2015
    Gennaio 2015
    Dicembre 2014

Copyright © 2019 GENTE IN MOVIMENTO. Tutti i diritti riservati
Testata giornalistica iscritta nel Registro della Stampa del Tribunale di Aosta - aut. n° 3/2014
Proprietario ed Editore: DGConsulting s.c. (P.IVA 05034680966), con iscrizione al ROC n° 24934.
​Direttore responsabile: Secondo Sandiano
Per qualsiasi comunicazione: redazione@genteinmovimento.com -  Collabora con noi
Iscriviti alla Newsletter