Se non avete mai sentito parlare di Zerocalcare, dovete assolutamente rimediare. Subito! Chi si cela dietro questo nome d’arte? Si chiama Michele Rech, classe 1983, romano doc (anche se di importazione), Rebibbia come ombelico del mondo, plumcake e latte come unica fonte di sostentamento e grande appassionato di serie tv. |
Dimentica il mio nome è il quinto albo pubblicato dopo i precedenti “La Profezia dell’armadillo”, “Dodici”, “Ogni Maledetto Lunedì (su due)” e” Un Polpo alla Gola”.
Pur avendo una vena comica a dir poco esilarante, i suoi albi sono sempre velati da una nota malinconica predominante, un ombra appena percettibile. È innegabile che oltre a sapere disegnare, sa raccontare dannatamente bene, coinvolgendo il lettore in ogni sua storia. Sono sempre presenti i rimandi alla cultura pop anni ’90 (da Ken il Guerriero, ai Cavalieri dello Zodiaco) che non fanno altro che avvicinare ancora di più il lettore: ci si identifica, si prova empatia, sembra quasi di conoscerlo da una vita intera.
Quest’ultimo libro è decisamente più autobiografico e sentito, una specie di epopea della sua famiglia che parte con un divertente (ma toccante) ricordo della nonna appena scomparsa e sfocia in un’avventura quasi fantasy. Fedele compagno di avventure di Zero è sempre stato un armadillo, in questo racconto ne vediamo anche la genesi della sua caustica e distruttiva metà immaginaria.
Si parla di come affrontare e metabolizzare un lutto, dei rapporti all’interno di una famiglia, della vita.
Ma attenzione, non è un racconto fine a se stesso, è una storia romanzata, quasi un diario, una storia che quando finisci ti fa riflettere. Tutto questo è in 234 pagine di fumetto.
Certo, rappresenta un passaggio di maturazione, uno step di evoluzione soprattutto a livello narrativo, non è l’episodio che possa far ridere in maniera sguaiata, per quello c’è il blog. Questa è una sorta di confidenza, come prendere una birra con un amico, quello vero.
Il mio consiglio per voi lettori è quello di iniziare da questo libro e poi, a ritroso, leggere il blog, più leggero e divertente. Come direbbe Zero: “accollateve sto libro!”
A cura di Federico Rosa