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Come comprendere e gestire gli attacchi di fame

10/5/2022

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​Molte persone si chiedono come resistere agli attacchi di fame. Sono pochi che invece si concentrano su come evitare che il nostro corpo ci faccia improvvisamente sentire il morso della fame! 

A cura di Francesco Norcini
Non si tratta di un problema causato da un’unica problematica e leggendo l’articolo troverete tutte le informazioni per gestire questa problematica. È vera fame? Questa è la prima domanda che bisogna porsi, perché lo stimolo della fame è qualcosa di talmente primordiale, importante e correlato alla nostra sopravvivenza, che non è possibile semplicemente “eliminarlo” a piacimento.

Oggi come oggi, sicuramente, l’assunzione di cibo viene spesso influenzata da fattori che però non c’entrano nulla con la sopravvivenza. Quindi, a differenza di quanto avviene negli animali, per l’uomo la fame non è il semplice risultato di bisogni fisiologici. Per noi umani l’atto del nutrimento ha assunto un ruolo chiave non solo a livello sociale, ma anche a livello psicologico.

Perché mi vengono gli attacchi di fame? Soffriamo di attacchi di fame perché siamo intelligenti. Il fatto di avere voglia di cibi dolci o elaborati  non ci rende semplicemente golosi. Esistono due centri ipotalamici differenti che inviano segnali al nostro corpo in grado di spingerci alla ricerca di cibo. Quando digiuniamo è attivo il centro della fame, mentre dopo un pasto prevale quello della sazietà.

Quando parlo di centri ipotalamici faccio riferimento a due aree del nostro cervello che ricevono “miliardi” di stimoli. Innanzitutto, è bene comprendere che se gli attacchi di fame sono regolari e cronici solo una terapia medica e un medico nutrizionista possono fornire indicazioni utili. Se invece gli attacchi di fame sono saltuari, o legati ad uno specifico periodo o a situazioni particolari che riuscite a isolare dal resto della vostra vita, allora troverete di seguito tutte le informazioni utili che dovrebbero essere sufficienti ad aiutarvi anche prima che decidiate di rivolgervi ad un nutrizionista.

Entrando nello specifico della cosiddetta “fame nervosa” esistono 2 teorie, frutto degli studi degli ultimi anni proprio sull’obesità:
TEORIA GLUCOSTATICA: secondo la quale lo stimolo più importante sulla regolazione dell’appetito è la glicemia, che non appena scende al di sotto del valore di guardia innesca lo stimolo della fame.
TEORIA LIPOSTATICA: secondo la quale i centri della fame e della sazietà sono pesantemente influenzati dai depositi di grasso dell’organismo. Alcuni anni fa un interessante studio sulla relazione tra leptina e sovrappeso ha evidenziato un fattore molto interessante. La leptina è un ormone codificato dal “gene dell’obesità”, stiamo quindi parlando, in questo caso, della teoria lipostatica.

Se i depositi di grasso aumentano viene incentivata la produzione di leptina, quindi se nel corpo è presente ci si sente sazi, se non c’è si sente lo stimolo della fame. Topi privi del gene OB (gene dell’obesità), ingrassano a vista d’occhio, sfortunatamente, nell’uomo, le cose non sono così semplici, tant’è che molti obesi presentano concentrazioni plasmatiche di leptina ma continuano a provare lo stimolo della fame. Perché l’organismo umano si basa su finissimi sistemi di regolazione che hanno lo scopo di mantenere l’omeostasi, ossia la stabilità e l’equilibrio dell’ambiente interno.

Quindi ad ogni azione segue una reazione uguale e contraria che tende a riportare il sistema in equilibrio, ma il concetto stesso di equilibrio varia di persona in persona e risponde ad esigenze estremamente diverse. Ecco perché una vera cura dell’obesità, a qualsiasi livello, deve tenere in considerazione elementi anatomici, fisiologici, biochimici e psicologici.

Come posso contrastare gli attacchi di fame? Esistono numerosi esperimenti che indicano in maniera univoca come la disponibilità di cibi vari, appetitosi e gustosi, sia spesso sinonimo di attacchi di fame. Questo è quello che succede un po’ quando ci troviamo di fronte a un Buffet, tendiamo a riempire il piatto con più cibo di quello che realmente ci serve per sfamarci.

Quindi, il primo passo da fare è scegliere cibi poco elaborati e limitare le quantità di quelli più gustosi, ipercalorici ed iperlipidici.

Sistemata la parte piscologica è bene analizzare le nostre abitudini alimentari:
• Non bisogna aspettare troppo a mangiare;
• Bisogna fare una prima colazione nutriente e bilanciata;
• Quando si mangia, inoltre, bisogna masticare bene e a lungo;
• Bisogna imparare quali alimenti gradisce il corpo.

​Sapere che cosa il vostro corpo sfrutta al meglio, vi toglie anche dall’incombenza di dovervi controllare sulle quantità. Infine, fate dell’attività fisica, è incredibile come del sano movimento sia in grado di influire sull’equilibrio del nostro corpo e sono tantissimi le persone che semplicemente inserendo una passeggiata quotidiana hanno migliorato tantissimo la loro capacità di gestire la fame.
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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