La città è cambiata molto, in particolare il centro storico. Prima dei cantieri del PISU ci sono stati gli interventi finanziati con il Bando regionale “Contratti di Quartiere”, che hanno permesso il recupero del patrimonio edilizio pubblico, come ad esempio Palazzo Samone, e la riqualificazione delle piazze storiche, come Piazza Virginio e Largo Caraglio.
C’è stato il recupero di San Francesco, grazie ad un contributo della Fondazione CRC, e il progetto di restauro e riqualificazione delle facciate di Via Roma, che ha visto un forte coinvolgimento dei privati.
Adesso grazie ai fondi del PISU abbiamo potuto agire su via Roma, totalmente pedonalizzata, su Piazza Ex Foro Boario, che da spianata di asfalto diventerà una bellissima piazza, con anche il recupero della Tettoia Vinaj e di gran parte della ex caserma Cantore, e su Palazzo Santa Croce, che ospiterà l’intera biblioteca comunale ora situata in palazzo Audifreddi.
Così facendo siamo riusciti a restituire centralità al centro storico di Cuneo, diventato adesso un vero gioiello.
I primi risultati dopo questi anni di lavori e cantieri?
I risultati si stanno cominciando a vedere in questi ultimi mesi.
Via Roma ha subìto l’intervento più evidente, e mi sembra sotto gli occhi di tutti come sia cambiata.
Il fiorire di iniziative commerciali, soprattutto nel campo della ristorazione, rese possibili anche dai contributi concessi alle imprese per riqualificare i propri esercizi o per l’insediamento di nuove attività, sono un segnale forte di un ritorno della vita nel centro storico.
Mi aspetto che anche Piazza Ex Foro Boario possa diventare un luogo centrale nella vita della nostra comunità. Sicuramente lasceremo una città più bella di com’era prima.
Quanto crede siano importanti i finanziamenti europei nella valorizzazione delle città italiane?
In periodo di ristrettezze economiche come quello che stiamo vivendo, dove gli enti locali sono particolarmente colpiti, i finanziamenti europei sono fondamentali.
Oramai un Comune ha dei margini ridottissimi per interventi di riqualificazione. Il grosso della spesa va nell’assolvimento dei compiti istituzionali, senza dimenticare che la crisi ci obbliga anche a mantenere viva l’attenzione sul sociale, perché sempre più famiglie hanno necessità di aiuti che solo l’istituzione a loro più vicina può dare.
Senza i fondi europei, ma anche regionali, nazionali o di privati, non avremmo mai potuto realizzare i progetti che si sono visti in questi ultimi anni.
Per questo diventa sempre più fondamentale essere bravi a trovare i canali di finanziamento e ad elaborare progetti di grande valore.