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CEA, il futuro dell’edilizia passa dall’innovazione

24/7/2020

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Dall’intervento per ripristinare una diga in Francia alle sfide della ripresa, vinte grazie ad un’app innovativa e l’utilizzo di smart glasses brevettati.
Oltre 400 dipendenti, radici saldamente piantate nel bolognese e filiali in Romania, Libia e Libano e una vocazione all’innovazione che caratterizza tutta l’attività. 

È questa la carta d’identità di CEA, Cooperativa Edile Appennino, realtà di Calderara di Reno dalle molte anime: dall’edilizia tradizionale alla gestione delle reti acqua e gas, dalla depurazione fino al settore asphalt dams, ossia la gestione e manutenzione di dighe e bacini rivestiti in conglomerato bituminoso. 

La cooperativa bolognese è, infatti, una delle tre uniche realtà in Europa ad avere le competenze per gestire questo tipo di interventi grazie alla expertise garantita, a partire dal 2014, dall’acquisizione del ramo dighe della Ingegner Sarti, storico marchio italiano attivo nel settore dell’ingegneria idraulica sin dal 1950.

È proprio questa specializzazione che ha permesso a CEA, in piena emergenza Covid-19, di conquistare un appalto internazionale per intervenire in soccorso dei “cugini d’Oltralpe”: “Quella di Kruth – Wildenstein” spiega Giuseppe Salomoni, Presidente di CEA” è la diga più importante per la regione dell’Alto Reno, rifornisce energeticamente le imprese del territorio ed è fondamentale per l’irrigazione agricola di tutta la pianura sottostante. La diga, costruita negli anni ’60, ha subito negli anni dei piccoli interventi manutentivi. Un recente e repentino scivolamento dello strato di impermeabilizzazione superiore ha costretto al sostanziale svuotamento del bacino e alla necessità di un intervento massiccio di manutenzione. CEA ha partecipato e vinto il tender internazionale bandito dalla Regione dell’Alto Reno nel 2019” continua Salomoni “forte delle competenze acquisite negli anni e dell’esperienza maturata in lavori di analoga difficoltà. La redazione di un dettagliato piano esecutivo dei lavori e una minuziosa descrizione delle singole attività al fine di dimostrare la capacità di rispettare le stringenti tempistiche prescritte dalla Committente hanno permesso alla CEA di imporsi su competitor Europei di altissimo livello. Non è dipeso pertanto dall’aspetto economico l’affidamento dei lavori quanto dalla comprovata capacità di eseguire questi interventi in tempi ristretti e con risultati qualitativi eccellenti”. 

I lavori sono stati avviati ad aprile con l’obiettivo preciso di concludere entro l’estate: “Nel cantiere francese sono impegnati oltre 25 operai specializzati, supportati da uno staff tecnico di cantiere e verranno utilizzati macchinari specifici appositamente progettati per superare le difficoltà operative che questo tipo di lavorazioni comportano: carri con argani per trainare in pendenza frese stradali, finitrici, dumper e rulli, carrellini studiati per far muovere gli operai in sicurezza sul paramento e permettere interventi di dettaglio in punti precisi, e macchine per la pulizia delle superfici”. 

La sfida? Concludere entro l’estate: “A fine agosto” prosegue Salomoni “ci sarà la virtuale seconda inaugurazione della diga che a seguito di questi interventi vivrà una vera e propria seconda giovinezza, allungando la sua vita di altri 50 anni”.

Del resto, per CEA le sfide sono come benzina nel motore, un motore mosso da un’innata vocazione all’innovazione: la realtà di Calderara di Reno, infatti, ha nel proprio DNA la capacità di tramutare le difficoltà in opportunità, cavalcando l’onda dell’Industria 4.0. Ne sono un valido esempio i due brevetti messi a punto partendo da concrete esigenze di sicurezza e che, con l’avvio della fase 2, si sono rivelati ancor più decisivi: Jobsafer e Vision. 

“Jobsafer, sviluppata insieme alla Digipax di Senigallia, è una app realizzata per assicurarsi che ogni nostro dipendente utilizzi i dispositivi di protezione individuale” spiega Salomoni: “grazie a innovativi sensori posizionati sui DPI, l’app controlla che l’utente abbia indossato tutto ciò che occorre per lavorare in sicurezza come elmetto, guanti, occhiali. Se qualcosa venisse dimenticato l’app avviserà in tempo reale sia il dipendente che il responsabile. Dopo diverse sperimentazioni siamo arrivati a sviluppare un sensore piccolo e leggero che non ostacola il lavoro al punto che oggi possiamo installarlo anche per monitorare le mascherine”. 

Una app innovativa che non solo ha raccolto il plauso dell’INAIL e la collaborazione delle sigle sindacali durante il suo sviluppo ma che oggi è adottata da realtà importanti a livello nazionale e internazionale: “Oggi Jobsafer è utilizzato con un progetto pilota dal gruppo FIAT – CNH e sono in corso trattative anche con il Gruppo Acea di Roma” spiega Salomoni “ma siamo convinti che possa essere utile a tutte le imprese, in particolare in questa fase legata alla convivenza con il virus”.

In tempi di distanziamento sociale obbligato, anche la riduzione dei contatti interpersonali è importante: “Per contenere al massimo la presenza di persone nei cantieri” spiega Salomoni “facciamo affidamento su Vision, i nostri smart glasses con realtà aumentata, brevettati che permettono agli operatori dei diversi cantieri sul territorio nazionale e internazionale di essere supportati da remoto dai nostri tecnici per le operazioni più complicate. In questo modo, attraverso la centrale operativa, possiamo fornire assistenza ai nostri operatori senza bisogno di aumentare le presenze in cantiere”. 

Sicurezza al centro, quindi, e una vocazione al non abbattersi mai, neppure nei momenti più difficili: “Nei mesi di marzo e aprile abbiamo avuto una contrazione del volume di affari di circa il 40%” spiega Salomoni. 

“Ora siamo pronti a ripartire su tutti i fronti ponendo al centro, come sempre, la salute e la sicurezza di tutti i nostri dipendenti. I nostri brevetti innovativi saranno la chiave di volta per una ripresa a ritmi sostenuti con i rischi di contagio ridotti al minimo”.  

A cura di Alessandro Pantani.
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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