La domanda contiene già la propria risposta. Le PMI sono radicate nel tessuto economico e sociale italiano. In un’ottica di distribuzione del potere economico e di libero mercato questo è un bene. Sfortunatamente, se sei piccolo non puoi sfruttare economie di scala e spesso svolgi servizi in modo meno efficiente dei grandi concorrenti. Per garantire la sopravvivenza delle PMI, e quindi, nel medio termine, dell’economia italiana, dobbiamo favorire la loro aggregazione, anche solo funzionale, tramite modelli di coopetizione. Il contratto di rete consente alle PMI di conservare la loro specificità facendole collaborare per competere, ha costi inferiori rispetto ad altre forme aggregative e consente più flessibilità.
Secondo il Presidente della Corte dei Conti Squitieri, in Italia la crescita è ostacolata da illegalità e corruzione ed è serio il pericolo di una “rassegnata assuefazione al malaffare”. Come scongiurare questo scenario?
Capisco la cautela espressa dalla Corte dei Conti, ma temo che ormai una parte significativa della società italiana già viva assuefatta al malaffare. Non si tratta quindi semplicemente di prevenire il fenomeno, ma di contrastarlo. Lo Stato tutto deve mandare un messaggio inequivoco. È necessario approntare una normativa dei reati contro la PA che sia più efficace. Non è tanto e solo questione di entità delle pene, ma di certezza delle stesse. È necessario far sì che la prescrizione torni a essere un’eventualità rara, e non la via maestra per impunità diffuse. Le risorse della giustizia, oggi comunque insufficienti, vanno concentrate prioritariamente sul contrasto a corruzione, concussione e simili reati. Io sono convinto di una cosa, cioè che per sconfiggere il malaffare, la corruzione e le pratiche illegali occorre che esse diventino antieconomiche per chi le persegue, tanto da scoraggiare l'uso.
È recente il suo impegno per introdurre in Italia il retrofit elettrico, un’idea green per riutilizzare gli autoveicoli usati. Ci spiega i benefici concreti per i cittadini?
I programmi europei mirano a ridurre gradualmente la dipendenza dell’Unione dai combustibili fossili. i tratta di una questione, non solo di politica economica ma anche di una politica energetica nazionale, anzi, europea. È impensabile pensare a un totale ricambio ecologico del parco veicolare in tempi brevi. Soluzioni come il retrofit consentono però di velocizzare l’evoluzione in tal senso, offrendo anche un’alternativa low cost ai cittadini che desiderino passare alla trazione elettrica totale o ibrida.