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Caro carburante, come contrastarlo?

10/5/2022

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Già nel 2019 con il rischio delle così dette “clausole di salvaguardia” inserite dal Governo nella legge di Bilancio dell’epoca, Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni riteneva “scandalose” le tasse sul carburante e proponeva di bloccare gli aumenti, che erano previsti, e di abolire progressivamente le accise.

A cura di Marco Silvestroni

E’ evidente che non siamo stati ascoltati e oggi lo scenario è impietoso, le famiglie e le imprese sono al collasso e il governo resta inerme davanti a una crisi internazionale, la guerra in Europa e aggravata dai rincari su ogni settore dove i costi per le famiglie, lavoratori e imprese sono insostenibili. La stangata sui rifornimenti, con pesanti rincari sui carburanti dei listini alla pompa, in una Nazione come l’Italia dove l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada, ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori, che arriva fino ai beni alimentari di prima necessità.

Le difficoltà di approvvigionamento, hanno già creato psicosi da accaparramento e speculazioni. Tutti se ne sono accorti da mesi e prima dello scoppio della guerra; dai lavoratori agli utenti, passando per le associazioni di settore e quelle dei consumatori, tranne il Governo Italiano, che bocciò il mio emendamento alla legge finanziaria, approvata dalla maggioranza a Dicembre 2021, nel quale chiedevo di abbassare, per sempre, le accise sui carburanti di 5 centesimi, una misura che richiedeva una copertura finanziaria di circa un miliardo. Da qualche giorno il prezzo dei carburanti è leggermente sceso, dopo aver toccato i 2,4 euro a litro, ma il provvedimento durerà fino alla fine di aprile, per circa 40 giorni.

Ritengo la misura del tutto inefficace e faremo tutto quello che serve per aiutare gli italiani e le imprese e per evitare che i cittadini spendano tutto lo stipendio per fare benzina. Sul decreto votato alla Camera dei Deputati il 24 Marzo, “Sostegni-Ter”, al quale è stata posta la 44° questione fiducia, ho presentato un ordine del giorno che impegnava il governo a fare una cosa concreta e a sostenere il settore del trasporto di merci su strada arginando gli effetti negativi derivanti dall’aumento dei prezzi dell’energia e dei carburanti, con l’istituzione di un apposito fondo presso il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili con una dotazione di 500 milioni di euro fino alla fine dello stato di emergenza fissato al 31 dicembre 2022.

Il Governo palesando la sua totale estraneità alle difficoltà del settore del trasporto di merci su strada, ha deciso di riformularlo e di non prendersi nessuna responsabilità e di non affrontare la crisi drammatica degli autotrasportatori. Considerato, che è lo stesso Draghi ad affermare che siamo entrati in una economia di Guerra, sul decreto “Energia” in discussione alla Camera, ho ritenuto necessario intervenire con un emendamento a mia prima firma che prevede l’azzeramento di tutte le accise per tutta la durata dello stato di emergenza per il conflitto in Ucraina fissato al 31 dicembre 2022.

​Riporterebbe il prezzo della benzina a circa 1,3 euro a litro, una misura necessaria perché quella fatta dal Governo, di tagliare le accise di 25 centesimi e limitata nel tempo, non mi convince affatto, soprattutto dopo che il Ministro Roberto Cingolani e il Ministro Stefano Patuanelli hanno denunciato pubblicamente la speculazione sul caro carburanti. Perché allora il Governo, invece di mettere in campo misure irrisorie e inutili, non interviene per fermare il fenomeno e gli speculatori?  
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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