Nell’ultimo periodo c’è fermento nel mondo del trasporto merci, in particolare quello su gomma, per via dei nuovi tagli al comparto. In merito ci preme ricordare che l'anno scorso la Corte dei Conti si era espressa con una lunga è ben documentata relazione, evidenziando i problemi sistemici della categoria. Tali problemi, ad oggi non sono stati ancora risolti, le associazioni di categoria lamentano la lentezza della burocrazia italiana e lamentano altresì i tagli che però sono fatti per esigenze di bilancio. |
Per risolvere i problemi è necessario lavorare sulle cause, non sugli effetti; finché si continuerà a chiedere al Governo sussidi al settore, le cose rimarranno così come sono, con l'aggravante che le esigenze di bilancio imporranno riduzioni di finanziaria in finanziaria. Ormai è un dialogo sterile tra chi chiede soldi e chi non ne può dare.
Il fondo del barile lo abbiamo già raschiato, non c'è più nulla se non l'illegalità diffusa, nel frattempo in Italia arrivano vettori stranieri che aprono le loro filiali. Non siamo competitivi.
L'estate scorsa abbiamo depositato una Proposta di Legge C. 2584, abbiamo inviato una copia del testo a tutte le associazioni di categoria presenti nel Comitato Centrale dell'Albo Autotrasportatori e non, alcuni hanno risposto, tra l'altro facendo osservazioni interessanti, altri hanno esternato il loro scetticismo, altri ancora non hanno nemmeno risposto.
Questa proposta, innovativa per il trasporto, è già utilizzata ad esempio nel calcio mercato o nel settore assicurativo e bancario. In Svizzera, dove ben sanno “far di conto”, un'idea simile l'hanno avviata negli anni '30 del secolo scorso ed oggi il circuito WIR Bank pesa il 7% del pil svizzero. Realizzarla in Italia permetterebbe al Governo, e quindi allo Stato, di fare un patto pluriannuale con tutto il settore andando a recuperare le inefficienze, le quote di competitività, ammodernando tutto il settore.
La proposta è risolutiva, è sistemica; permette di far recuperare quote di competitività ai produttori italiani, riporta il controllo dei flussi logistici in mano alle aziende che lavorano, investono e costruiscono nella legalità sul territorio nazionale.
Questa è la Camera di Compensazione che regolamenterebbe i rapporti di rete nel settore del trasporto e della logistica.
Grazie a questa PdL non avrebbe più senso chiedere, rispettivamente, gli sgravi per le deduzioni forfettarie, il recupero delle accise, il recupero dei pedaggi autostradali, l'abbattimento del costo del lavoro, la riduzione delle percentuali INPS, INAIL ed IRPEF. Tutto ciò senza che si configuri alcun aiuto di Stato, trattandosi di un sistema di economia circolare.
Noi siamo giovani, forse un pò inesperti, ma non così fessi da non sapere che sulle richieste avanzate dalle associazioni di categoria si sono costruite tutta una serie di rendite di posizione che ormai sono anacronistiche e che ingessano l'economia.
Ciò nonostante, la CdC è talmente neutra che permetterebbe anche la continuità di queste ultime, che resta comunque politicamente inaccettabile.
La PdL è depositata e pesa come un macigno sulla coscienza di chi la ignora, per noi non è un problema se continuerà ad esserlo, la responsabilità politica è tutta di chi continuando ad ignorarla sta mandando il settore al collasso, di chi per ego personale non è in grado di fare quel passo indietro per farne fare due avanti al Paese.
A cura di Ivan Catalano e Gaetano La Legname