Quest’inverno abbiamo avuto la neve in bassa collina, e ora non ci siamo fatti mancare neanche la nebbia, l’hanno chiamata “caligo”, forse perché in latino sembrava più adatto alla riviera, nebbia sapeva troppo di val padana.
Così per un giorno e una notte ci siamo ritrovati in questa atmosfera surreale, a volte da film horror, tutti incuriositi dell’effetto che aveva sui nostri paesaggi, chi ha potuto è andato in montagna per vedere il mare di nebbia che copriva la costa e le città, chi non ha potuto si è accontentato di andare sul mare, vedere il porto tagliato, le barche a metà, l’orizzonte completamente sparito, il sole e la luna che hanno cercato in tutti i modi di fare capolino.
La spiegazione del fenomeno è scientifica, le temperature sono state molto alte per la stagione, il mare è ancora freddo, così è iniziata l’evaporazione che ha formato la nebbia, salendo dal mare ha avvolto le spiagge, i porti e le città, nello stupore di tutti. Esiste una leggenda popolare su questa nebbia che sale dal mare, un fenomeno tipico della zona, ma raramente così intenso.
La leggenda narra che, una volta all’anno, a cavallo tra febbraio e marzo, gli spiriti dell’aldilà salgano dal mare per venire a prendere le anime dei defunti rimaste incastrate fra la vita terrena e la vita ultraterrena.
Gli spiriti usano una fitta coltre di nebbia, per nascondersi ai vivi, che avvolge la costa per un giorno e una notte, e poi ritorna al mare, così da avere il tempo da passare con il carico di nuove anime da accompagnare finalmente verso la luce. Si dice che passino dal mare perché il suo movimento oscillatorio, durante il viaggio, riesca a calmare gli spiriti spaventati, cullandoli. Credo che mai come quest’anno ce ne fosse bisogno, ed è bello pensare che, le anime, ora siano in pace.
A cura di Adriana Pozzo.