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Breve corso sul ritratto nella fotografia

10/5/2022

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Foto
Automatismo a priorità di diaframmi. Significa impostare l’apertura del diaframma come nostra scelta primaria per definire al meglio la profondità di campo.

​A cura di Claudio Rensi
Profondità di campo
Si tratta di un’area di dimensioni molto variabili all’interno della quale tutto è a fuoco. La vorremo più ampia possibile nei panorami, così da mantenere nitidi sia lo scenario distante sia gli eventuali oggetti in primo piano, mentre la preferiremo il più ristretta possibile nei ritratti, così da mantenere nitido solo il viso della persona che si contrasta con uno sfondo sfocato che fa da cornice. Il primo dei fattori che influenzano la profondità di campo è la distanza dell’oggetto dall’obiettivo. Maggiore è la distanza, più ampia sarà la profondità di campo. Soprattutto nel ritratto è preferibile utilizzare un diaframma aperto ( f4.5 - f 5.6), naturalmente con l’ottica adatta e cioè un piccolo teleobiettivo, otterremmo un’immagine del soggetto nitida con il fondo fuori fuoco. Per riassumere per profondità di campo intendiamo quella parte a fuoco (nitida) prima e dopo il soggetto inquadrato.

Automatismo a priorità di tempi
Impostiamo sulla macchina il tempo di posa e la macchina sceglierà il diaframma opportuno. Il tempo utilizzato serve per fermare un soggetto in movimento. Un tempo rapido come il 1/2000 di secondo ferma un aereo in volo, una moto, una macchina che corre; un tempo lento farà risultare il soggetto mosso. Esiste tuttavia un sistema di accompagnamento all’inquadratura per ottenere il senso della velocità (Panning). Utilizzando un tempo di 1/60 di secondo ed inquadrando il soggetto in maniera parallela ed seguendolo nel suo percorso, scattando lentamente, otterremmo un’immagine che ci darà il senso della velocità.

Lavorando sempre sui tempi possiamo ottenere l’effetto definito anche “motion blur”, dall’inglese “sfocatura del movimento”, questo genere di ripresa consiste nell’esporre per un tempo relativamente lungo, ad esempio 1 sec o più, al fine di permettere alla luce riflessa dall’acqua in movimento, di incidere sul sensore (o sulla pellicola) creando un tipico effetto “scia”, non percepibile dall’occhio umano. Più il soggetto è lento nel suo movimento, maggiore dovrà essere il tempo di esposizione. Ultimo esempio di foto ottenuta con tempi lunghi è la classicissima strada notturna con l’effetto scia lasciato dai fari delle auto; in questo caso, 15 secondi di esposizione.

IL CONSIGLIO DEL FOTOGRAFO

Per la fotografia di ritratto utilizzare un piccolo teleobiettivo. Se si preferisce un soggetto perfettamente a fuoco e lo sfondo sfuocato utilizzare un diaframma aperto (f 4.5-5.6). Nella fotografia di paesaggio per avere una profondità di campo maggiore utilizzare un diaframma chiuso (f 16-18). In ambienti scuri utilizzare le ISO alte mentre in posti molto luminosi utilizzare le ISO basse. Per una maggiore incisione delle immagini si consiglia di utilizzare la sensibile più bassa possibile. Si consiglia di non esporre con tempi inferiori a 1/30 di sec. A mano libera per il rischio di ottenere immagini mosse. Per esposizioni più lunghe si consiglia l’ausilio di un treppiede o monopiede.
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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