L’impegno che il Gran Maestro, giunto al secondo mandato, vuole portare avanti in comunione con i Fratelli, ha come termine chiave il prefisso “con”. Si cresce insieme agli altri, ha più volte ribadito rivolgendosi agli elettori che gli hanno confermato la fiducia. I massoni vivono questo spirito di fratellanza, vivificati dalla spiritualità e da una visione metafisica, che non li allontana dal mondo, ma che al contrario rende ispirato ogni intervento sulla realtà che ci circonda. Bisogna sforzarsi di andare oltre “l’immanenza satura” (definizione presa a prestito della filosofa Donatella Di Cesare) che aveva portato, in tempi di pandemia, a una negazione dell’altro, soffocando ogni possibilità di relazione e di confronto.
Contro la deriva del solipsismo e della imposizione del pensiero unico, si schiera Romoli che, come si evince molto bene dal programma, tenderà a rafforzare l’esercizio di una dialettica volta a recuperare la dimensione spirituale della Gran Loggia degli ALAM, che può aiutare ogni uomo ad affrontare con ottimismo razionale le grandi questioni del nostro tempo. Essere uomini della sintesi Transizione tecnologica, sostenibilità, cambio di paradigma dall’analogico al digitale, le questioni sul tappeto hanno un carattere sistemico.
Non possiamo pensare di aggredirle senza far ricorso ai valori della tradizione massonica, che sono quel “Bene prezioso” che conferisce sostanza alla nostra presenza nella storia. “Cercare di essere uomini della sintesi”, appare quanto mai pertinente l’esortazione del teologo e politologo, padre Bartolomeo Sorge, che di fronte al drammatico vuoto di classe dirigente che sta purtroppo caratterizzando questa difficile epoca, ha sostenuto nella sua attività di ricerca la promozione del sapere, che se praticato da menti aperte può fare da ponte tra culture e identità molteplici, superando fratture, conflitti, asperità.
Luciano Romoli si muove bene in questo viatico, perché ha la capacità di tenere insieme ideale e reale, conoscenza sapienziale e visione pragmatica, che sono gli ingredienti necessari per incidere nel dibattito pubblico e affrontare la tanto auspicata stagione delle riforme, alle nostre latitudini sempre annunciate e mai attuate. Valori e mappe cognitive Il vasto programma annunciato abbraccia tutti i gangli nevralgici attorno a cui ruotano le attività della Gran Loggia degli ALAM, fino a ricomprendere alcuni aspetti salienti importanti di politica internazionale. Ogni passaggio poggia su un asset valoriale solido, questo fa sì che non ci sia nessun rischio di “scivolare” nel regno fin troppo popolato dell’utopia, piuttosto Romoli ci tiene a rimarcare l’esigenza di essere presenti nel dibattito pubblico con una precisa capacità di proposta.
“La sfida di un neo umanesimo planetario, deve diventare cultura dell’educazione libera e aperta, della condivisione delle responsabilità e delle conoscenze, della democrazia intesa come progettazione solidale globale”, le considerazioni di Mauro Ceruti, epistemologo tra i massimi esperti della complessità, trovano un riflesso alto nell’impegno di Romoli, che intende stimolare la comunità ad aggiornare le mappe cognitive per trovare una spiegazione plausibile e una definizione chiara del tempo in cui ci troviamo a vivere. Il prossimo futuro dimostrerà la validità dell’impianto concepito dal Gran Maestro, esistono, infatti, già le condizioni perché idee e progetti messi in campo possano trovare un’adeguata attuazione nel controverso e ribollente laboratorio della contemporaneità.