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Binomio semplificazione e innovazione

2/1/2023

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Innovazione, modernizzazione, semplificazione e agevolazione. Lungo queste quattro direttrici si sta muovendo il dibattito dottrinario sul futuro del mondo del lavoro e dei rapporti che lo animano. 
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A cura di ​Fondazione Studi Consulenti del Lavoro
Con i professionisti, Consulenti del Lavoro in prima linea, impegnati sul campo per sperimentare una gestione dei rapporti di lavoro del tutto inedita, in cui è necessario mettere a sistema le competenze acquisite e le innovazioni tecnologiche per fare rete. È l’onda, neanche troppo lunga, del processo di digitalizzazione accelerato dalla pandemia da Covid-19, che ha favorito la nascita di nuovi modelli economici e produttivi e cambiato, completamente, la vita di imprese, lavoratori e professionisti. Semplificazione normativa e innovazione tecnologica sono allora le basi su cui costruire il nuovo sistema burocratico, meno arcaico e più vicino alle esigenze di lavoratori, imprese e dell’intera società. La transizione digitale ha velocizzato i tempi di esecuzione dei processi ma insieme anche quelli dei cambiamenti; l’apparato di norme e prassi non può restare ancorato a procedure farraginose. Il rischio che si correrebbe, altrimenti, sarebbe quello di una perenne rincorsa destinata a sfiancare lavoratori e imprese, a indebolire le capacità di tenuta del sistema produttivo e, nel tempo, a renderlo semplicemente superato. In un mondo sempre più dominato dal progresso tecnologico, gli ingranaggi intricati e tortuosi, ancora tipici del nostro sistema burocratico, non possono che generare inefficienza e rallentamenti. Un Paese nel quale i punti interrogativi – delle regole di legge, del fisco, della giustizia – sono maggiori delle certezze è destinato a diventare un posto in cui non investire. Per questo diventa indispensabile nell’immediato snellire e velocizzare i procedimenti amministrativi e puntare sull’utilizzo di procedure informatiche che semplifichino il carico di adempimenti cui devono far fronte i professionisti.

«Sui Consulenti del Lavoro – spiega il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine, Rosario De Luca – grava l’onere di ottemperare alla gestione di numerose pratiche, anche in tempi piuttosto rapidi e ristretti, come ad esempio avviene per le nuove assunzioni, alla luce delle novità introdotte dal “decreto Trasparenza”». In questo divenire di scadenze e obblighi da rincorrere, per evitare un ulteriore aggravio di lavoro e costi per le aziende, la parola d’ordine rintracciata dai Consulenti del Lavoro è deburocratizzazione. Un cavallo di battaglia della Categoria che sostiene e propone da sempre processi di semplificazione amministrativa che, senza ombra di dubbio, rappresentano un vantaggio per tutta la collettività.

Gli studi professionali, infatti, saranno più agevolati nello svolgimento delle loro attività quotidiane, le imprese e i lavoratori assistiti in maniera efficiente, mentre la Pubblica Amministrazione potrà erogare i propri servizi con tempistiche e modalità più efficaci. Appelli fino ad oggi rimasti inascoltati. Sia rispetto al ginepraio di norme da decifrare e coordinare o alla farraginosità delle procedure, sia per le limitazioni imposte alle imprese nell’esercizio delle loro attività produttive e gli ostacoli da superare sul fronte del lavoro autonomo. Il binomio tra semplif icazione normativa e innovazione tecnologica non può che rappresentare anche un punto a favore per la maggiore compar tecipazione di cittadini e imprese ai procedimenti amministrativi.

«Una sfida per tutti noi professionisti e per il Paese», ricorda De Luca. «Ora più che mai – continua - ser ve un intervento straordinario e riformatore che abbia come base di par tenza l’aggiornamento dei modelli organizzativi cui fa capo la Pubblica Amministrazione e la razionalizzazione dei costi in capo ad aziende e studi professionali. Il tutto nell’ottica di mantenere viva la competitività delle imprese». Ottimizzare le risorse e velocizzare le procedure amministrative, anche facendo leva sui sistemi informatici, la strada indicata per dare slancio e sostegno allo svolgimento delle attività professionali. «Imprese, lavoratori autonomi, liberi professionisti, piccole realtà produttive, coloro che rappresentano l’iniziativa di lavoro privata non possono continuare a pagare sulla propria pelle lo scotto di provvedimenti iniqui, come quelli sino al momento adottati», rimarca il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro.

Al fattore competitività, si affianca quello della legalità. Le complicazioni burocratiche rischiano di penalizzare il professionista scrupoloso, inondato di adempimenti, aumentando il rischio di non riuscire a intercettare chi di fatto agisce nell’ombra eludendo principi e norme. Volgendo lo sguardo all’ambito puramente normativo, la testimonianza della distanza tra il Paese reale e il mondo della burocrazia è proprio il recente il D.Lgs. n. 104/2022, il “decreto Trasparenza”, di recepimento della Direttiva (UE) 2019/1152. Il Legislatore, pur potendo far riferimento ai contratti collettivi per diminuire la complicazione burocratica, ha optato per mortificare uno strumento avanzato di gestione dei contratti in Italia (la contrattazione copre oltre il 98% dei contratti nel Paese), addossando al datore di lavoro e al suo consulente un’enorme mole di adempimenti che, nella sua forma più evidente, contempla un corposissimo documento cartaceo da consegnare al lavoratore al momento dell’assunzione.

​Un fattore totalmente discordante con il concetto stesso di semplificazione e, più in generale, con gli obiettivi della transizione digitale e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Nessun vantaggio per i datori di lavoro e per la tutela dei diritti dei lavoratori, che saranno disincentivati ad approfondire alcuni aspetti dei contratti collettivi di riferimento. Il nuovo corso verso il futuro del mondo del lavoro potrebbe iniziare quindi dalla revisione immediata del provvedimento in armonia con quanto previsto nei contratti collettivi: non solo si favorirebbe il superamento delle vecchie logiche burocratiche, caratteristiche del nostro Paese, ma rappresenterebbe anche un grande passo in avanti verso la transizione digitale.
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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