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Attenzione ai mobili che scegliamo

17/1/2017

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L’arredamento, oltre a un valore puramente estetico, può avere un effetto positivo o negativo sulla salute di tutti noi.
Solitamente diamo ai mobili un valore prevalentemente estetico, scegliendoli in base ai nostri gusti e alle nostre tendenze edonistiche, e non riusciamo a immaginare quali e quante sostanze siano in grado di rilasciare nell’aria delle nostre case. La loro interazione con quanto ci circonda in ambiente domestico può determinare ricadute anche pesanti sul nostro organismo e sulla nostra salute. Punto cardine di questo strettissimo ma non palese rapporto è l’ormai lunga permanenza dell’uomo in spazi confinati, tempo che passiamo immersi in un’aria di bassa, se non bassissima, qualità. L’unione di questi due fattori, la prolungata permanenza in casa/ufficio/scuola unita alle alte concentrazioni di sostanze volatili presenti, crea situazioni decisamente insalubri, a causa delle emanazioni rilasciate dai materiali sintetici di cui sono costituiti gli arredi e le suppellettili che ci circondano. Come ci ricorda la bioarchitettura, il clima abitativo salubre di una casa lo si ottiene dalla sinergia creata da materiali edilizi, stile di vita e arredi. Per quest’ultima voce sempre più spesso si preferisce ricorrere a tecnicizzazioni uniformate e anonime di oggetti che da sempre ci accompagnano, scansando soluzioni artigianali e personalizzate. Magari anche per paura di costi più elevati, non tenendo però conto delle esternalità che l’industrializzazione odierna del settore arredamento fa pagare in modo nascosto sia all’acquirente finale, sia all’ambiente.
Analizzando bene quanto arreda le nostre abitazioni, si scoprono materiali tutt’altro che “inerti”, con effetti positivi o negativi sul nostro corpo documentabili attraverso rilevazioni della qualità dell’aria interna. Per questo motivo è bene prestare un’attenzione sempre maggiore nell’operare le nostre scelte d’arredo, magari rispettando alcune semplici regole, così da riuscire a vivere meglio, pur continuando a circondarci dal bello e dal confortevole.
Un mobile, a seconda della sua composizione e dei metodi di manutenzione a cui è sottoposto, può rappresentare una cospicua fonte di problemi per la salute. Si va dalle esalazioni delle colle del truciolare (contenenti naftalene, formaldeide, acetone, ecc.) alle schiume di poliuretano usate nelle imbottiture, alle materie plastiche dei rivestimenti, ai trattamenti superficiali di mantenimento, al pentaclorofenolo del compensato.
In definitiva, cosa scegliere? Un ottimo materiale è quello in grado di instaurare un interscambio positivo con l’ambiente interno delle nostre abitazioni, riuscendo anche a conferire sensazioni psico-fisiche di benessere agli occupanti la casa. A questo scopo sono da considerarsi validi tutti i materiali di origine naturale, come il legno massello, il crine e la lana vegetale, il bambù, il vimini. Anche il vetro è un ottimo materiale, tanto che molti produttori di arredi hanno iniziato a utilizzarlo il più possibile, sia come materiale di rivestimento esterno, dalle molte sfumature cromatiche, sia come divisorio interno. Tra tutti i materiali il legno sicuramente rappresenta, per tradizione e per sua duttilità intrinseca, il massimo livello in fatto di arredamento. Una sua pregevole caratteristica è rappresentata dalla spiccata caratteristica igroscopica che gli consente di operare come regolatore del microclima interno. Questo prezioso contributo alla salubrità viene però a mancare quando se ne impermeabilizza la superficie, usando vernici pellicolanti a base di ingredienti di sintesi. Così facendo si opera un vero e proprio isolamento tra il legno e l’ambiente, rendendolo incapace di effettuare i salutari scambi con l’aria che lo circonda, trasformandolo in un materiale inerte. Quindi la scelta deve prevedere in primo luogo l’utilizzo di mobili realizzati con materiali di origine naturale (o perlomeno basso-emissivi) e, in seconda battuta, tali arredi devono essere trattati superficialmente con prodotti in grado di lasciarli “respirare”.
Il legno assume in sé anche un altro valore, più sottile ed impalpabile, rappresentato dall’alto significato educativo del passaggio della mobilia di famiglia da una generazione all’altra, proprio per la sua elevata durabilità nel tempo. Questo rito con i materiali adottati oggi per i mobili non è più attuabile, in quanto gli ingredienti maggiormente utilizzati nell’arredo contemporaneo sono altamente deteriorabili e con un’esistenza limitata nel tempo. L’ottica consumistica dell’arredamento “usa e getta” induce a non dar peso alle materie prime di cui è composto il mobile, ma porta a privilegiarne solamente un fugace appagamento estetico, a scapito della sfera biologica, causando le appena citate ricadute e alterazioni sul microclima interno. E’ così che in casa si possono sviluppare emanazioni tossico-nocive variamente concentrate. Molti studi tecnico-scientifici hanno dimostrato come persone sottoposte a test semplicemente perché sedute su sedie o sdraiate su letti a composizione sintetica, presentino un innalzamento della frequenza cardiaca, una accelerazione del ritmo respiratorio e un accrescimento dell’umidità superficiale della pelle.
Per velocizzare la produzione industriale degli arredi odierni, uno dei materiali più utilizzati è rappresentato dal pannello in truciolare, composto da trucioli di legno tra loro incollati e rivestiti con lastre di laminato variamente colorato o serigrafato. La loro lavorazione prevede l’uso di adesivi, indurenti e lucidanti che spesso contengono componenti tossici come urea-formaldeide e altri composti organici volatili. Alle alte concentrazioni la formaldeide si rivela irritante per le mucose e sensibilizzante per la pelle. Tali vapori vengono rilasciati per anni e i livelli di formaldeide nelle abitazioni sono più alti rispetto all’esterno e mediamente si attestano tra 0,01 e 0,05 mg/m3. Da un opuscolo del 2015 sulla formaldeide redatto dal Ministero della Salute si legge che “Le maggiori concentrazioni si possono osservare in case prefabbricate, dopo interventi edilizi ed in locali con recente posa di mobili in truciolato, parquet o moquette”. La normativa sul suo uso (Circolare del Ministero della Sanità n. 57 del 22 giugno 1983 “Usi della formaldeide - Rischi connessi alle possibili modalità d’impiego”) riporta il limite massimo di esposizione di 0,1 ppm negli ambienti di vita e di soggiorno. Tale orientamento è stato confermato anche nel decreto del 10 ottobre 2008. La salubre alternativa è semplice: richiedere pannelli siglati Formaldehyde Free (FF) o mobili in legno massello.
Esiste ed è da richiedere anche la certificazione accompagnatoria dei mobili in legno, che deve riportare in chiaro la provenienza d’origine del legname e indicarne la modalità di coltivazione, corrispondente ad elevati standard di salvaguardia ambientale e sociale, per cui si ha la certezza di agire in modo ecologico verso la natura e al contempo si è certi di non mettere in atto meccanismi di sfruttamento delle popolazioni locali, abitanti in aree svantaggiate. Solo così si è certi di non correre il rischio inconsapevole di portarsi a casa sostanze indesiderate come fungicidi o altri trattamenti chimici che ci mettono alcuni anni per evaporare completamente. E così facendo si evita anche l’innalzamento del livello di radioattività della nostra casa, perché si evitano legnami a basso costo provenienti da zone oggetto di inquinamento nucleare.
Dato che le risorse del nostro periodo sono limitate, visto anche il grande affollamento di rifiuti prodotti da ogni singolo individuo, sarebbe auspicabile adottare mobili adatti a durare nel tempo e facili da mantenere. Tali mobili dovrebbero portare sulla propria pelle la storia del nostro passaggio, in modo tale da renderla decodificabile da quanti li utilizzeranno dopo di noi. La casa di ognuno di noi è la stratificazione d–i come siamo e di come ci vogliamo mostrare agli altri, e le nostre scelte d’arredo scrivono in chiaro questo messaggio, che può essere semplicemente modaiolo o di maggiore spessore e di attenzione verso le generazioni future.
È veramente importante capire cosa ci è stato consegnato e come adoperarlo, cosa abbandonare e cosa tenere, ma soprattutto cosa lasciare di noi stessi a un possibile domani.
 
A cura di Francesca Landriani
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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