Ancora qualche mese ed ognuno di noi potrà trasformare la propria auto con motore termico in elettrico. Infatti a Novembre 2013 l’On. Ivan Catalano ha ottenuto la modifica dell'Art. 17 Terdecies del D.Lgs. 83 del 22 Giugno 2012, che permette la trasformazione di tutti i veicoli con massa totale a terra fino a 3,5 tonnellate. |
Rispondendo recentemente ad una interrogazione dell’On. Mucci, il ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per conto della Motorizzazione Civile, ha confermato che siamo a buon punto e che nel 2015 supereremo verosimilmente anche il passaggio burocratico del visto presso la Commissione Europea.
Ma quanto costerà fare questa trasformazione?
Secondo i tecnici del Ministero, una volta a regime, quando ci sarà un indotto che produrrà industrialmente i kit di trasformazione, al massimo si potrà spendere 6-7.000 Euro incluso il pacco batterie. Il lettore esperto comprenderà che nel caso di una piccola autovettura, un'utilitaria, forse non ne varrà la pena, mentre per autovetture più grandi e per gli autocarri fino a 3,5t potrebbe essere una possibilità da valutare con molta attenzione.
Infatti i benefici sono sopratutto nell'abbattimento dei costi per il carburante. Un pieno costa da 1,5 a 2 Euro e permette un'autonomia fino a 200 km. I tempi di ricarica si sono ridotti sensibilmente e ormai ci vogliono poche ore.
Quindi la trasformazione di un veicolo con motore termico in elettrico è ideale per una famiglia che ha due autoveicoli, uno dei quali non recentissimo ma in buone condizioni e impiegato in prevalenza per l'uso urbano. Oppure per tutti i professionisti del trasporto che operano all'interno della city logistics.
Recentemente abbiamo predisposto una manifestazione d'interesse per gli autoriparatori che vogliono aggiungere alle proprie competenze anche questa. I candidati dovranno innanzi tutto seguire dei corsi di formazione professionale specifici: la presenza di tensioni elettriche ad alto voltaggio sconsiglia l’improvvisazione.
Non siamo in grado di pronunciarci in merito alla diffusione di questa pratica, che speriamo però di incoraggiare. Questa modifica legislativa è stata infatti voluta per 2 ragioni: la prima è quella di non rottamare dei veicoli che sono in buone condizioni secondo i principi del recupero e del riuso; la seconda, non meno importante è quella di iniziare a diffondere una rete di professionisti che sia in grado di lavorare su autoveicoli di questo tipo. Questo anche in funzione del fatto che, entro il 2030, secondo le linee guida del Libro Bianco del 2011 sui Trasporti, nei centri urbani dovrà circolare il 50% dei veicoli ad emissioni zero.
Se davvero contiamo di raggiungere questo obbiettivo, il retrofit è uno degli strumenti da utilizzare, visto il costo altrimenti proibitivo di un ricambio ecologico della metà del parco circolante.
A cura di Gaetano La Legname