L’intento di questa mostra, che si snoda lungo un percorso espositivo e tematico, è stato quello di far conoscere questo luogo, ad oggi chiuso all’interno della zona portuale, ai cittadini e ai turisti che l’anno visitata. Lo studio archivistico, bibliografico ed iconografico, con il Patrocinio della Fondazione dell’Ordine degli Architetti PPC di Genova, si pone lo scopo di recuperare, anche negli archivi delle società presenti nel porticciolo - alcuni purtroppo incompleti a causa dei danni bellici dei bombardamenti del 1944 - la memoria e la storia di questa parte di città che rischia di essere cancellata nella più totale indifferenza, come purtroppo a Genova è già molte volte accaduto producendo il disastro urbanistico della nostra linea costiera a ponente.
A conclusione del percorso espositivo sono state formulate delle ipotesi sulla sistemazione della linea litoranea, che tenga in considerazione il ruolo del porticciolo, quale realtà nautica e sportiva, valorizzando la zona fino alla Fiera di Genova con l’insediamento di un campus universitario e la creazione di una piazza sul mare, sul modello di Piazza Unità d’Italia a Trieste. Questa zona - che è il biglietto da visita della città di Genova per chi la raggiunge giornalmente via mare, con i traghetti e le navi da crociera - è stata progressivamente occupata da una attività cantieristica non compatibile, per quanto riguarda l’inquinamento e l’impatto ambientale, alla zona storica residenziale che si trova a ridosso delle mura cinquecentesche.
Il porticciolo, ricco di storia e di cultura del mare, fu intitolato il 13 aprile del 1927 a Luigi Amedeo di Savoia Aosta (1873-1933), presidente dello Yacht Club Italiano dal 1906, famoso per le sue esplorazioni al Polo Nord, per la creazione del Villaggio in Somalia a lui dedicato ed esperto velista. Fu progettato dal Consorzio del Porto di allora, presieduto dall’Ammiraglio Umberto Cagni, come primo spazio di fruizione del mare, per la pratica degli sport nautici, per il Centro storico e il quartiere di Carignano. Come infatti sappiamo la linea di costa corrispondente al centro di Genova, dalla Darsena fino ai bacini era occupata dal porto commerciale. Già all’epoca della sua costruzione, questo spazio che è il più antico porticciolo turistico in Italia, sia per le sue costruzioni affidate ad architetti soci dei Club, dell’importanza di Giuseppe Crosa di Vergagni e Luigi Carlo Daneri, che per il prestigio delle associazioni sportive che lì avevano trovato sede, era stato riconosciuto come particolarmente degno di considerazione e di vanto per la città. Non a caso si insedieranno e sono ancora presenti quattro fra le società sportive genovesi ad oggi ultracentenarie. Attualmente sono infatti presenti con le loro sedi, lo “Yacht Club Italiano” (1879), il “Rowing Club Genovese” (1890), la “Canottieri Genovesi Elpis” (1902), la “Lega Navale Italiana”, sezione centro (1900), e l’“Unione Dilettanti Pesca” (1928). Nonostante i bombardamenti della seconda guerra mondiale abbiamo portato alla distruzione delle sedi della Lega Navale e della Canottieri Elpis, oltre a danneggiare le altre, gli edifici sono stati ricostruiti, il primo dagli architetti Marcolini e Barsotti e la seconda su progetto dell’arch. Roberta Ruggia. Le associazioni svolgono da sempre attività nell’ambito degli sport nautici, vela, canottaggio, canoa e pesca sportiva sia a livello agonistico che amatoriale, utilizzando gli spazi a terra (palestre e vasche di voga) e l’intero specchio acqueo del porticciolo. Genova è sempre stata sede di importantissime manifestazioni, si pensi che anche la prima regata nazionale di canottaggio si svolse nel bacino del porto nel 1875. In concomitanza con la mostra sono state organizzate delle visite guidate agli appartamenti a Palazzo Reale abitati da Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi, che sono stati recentemente restaurati e riportati al loro splendore con il ricollocamento degli arredi originali. Architettura e nautica quindi per un rapporto inscindibile con il mare, con edifici che hanno la propria facciata principale rivolta verso lo specchio acqueo e reciprocamente si guardano, uno spazio storico e vitale che va salvaguardato e protetto per le generazioni future.
a cura di Roberta Ruggia Barabino e Massimo Sotteri