La proposta di legge, nata da un’idea del Prof. Giorgio Nebbia, parte da due necessità: dare lavoro a migliaia di giovani inoccupati ed evitare che la grave situazione di degrado territoriale e dissesto idrogeologico peggiori ulteriormente.
Da un lato, la disoccupazione giovanile ha toccato livelli record, in particolare nel Mezzogiorno, rendendo così necessario far fronte a questa emergenza lavorativa, anche se per un incarico che dura solo un anno.
Dall’altro lato, le speculazioni selvagge sui territori, dal disboscamento alla cattiva gestione delle risorse idriche, sino al grave problema dello smaltimento dei rifiuti, hanno gravemente inciso sui mutamenti climatici, oltre che sul depauperamento delle risorse naturali e delle difese agli eventi climatici.
Per cui è necessaria un’opera di prevenzione e al tempo stesso va trovata la soluzione delle situazioni a rischio per evitare che la politica di difesa del suolo sia fondata soltanto su interventi di emergenza.
Azione che invece, più opportunamente, deve essere perseguita attraverso la prevenzione, la manutenzione delle opere, degli impianti e del suolo al fine di ridurre il rischio idraulico e tutti gli altri rischi conseguenti.
L’istituzione di questo Corpo garantirebbe un apporto lavorativo ad un bacino di 10.000 giovani disoccupati di ambedue i sessi di età compresa tra i diciotto e ventinove anni. Un lavoro a tempo parziale, della durata di un solo anno, ma di grandissima utilità.
Ai giovani impegnati in questa attività, l’INPS verserà un’indennità mensile pari a 800 euro esente da imposte e contributi, e sostitutiva di ogni altra indennità di disoccupazione o ammortizzatore sociale. Il periodo d’impegno nel Corpo sarà riconosciuto in via figurativa ai fini previdenziali.
All’onere derivante dall’istituzione e dal funzionamento del Corpo, pari complessivamente a 126 milioni di euro annui per gli anni 2014-2017, si provvede attingendo alle risorse del Fondo Kyoto (600 milioni di euro per finanziare misure di riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra, in attuazione del Protocollo di Kyoto).
Questa proposta ha importanti precedenti: si ispira ad un’iniziativa americana del 1933, attuata dal Presidente USA Roosevelt, per tamponare la disperazione di milioni di disoccupati che imperversavano all’epoca.
Roosevelt predispose un grande progetto per impiegare un esercito di giovani disoccupati al lavoro nelle foreste. 2 milioni di giovani americani piantarono 200 milioni di alberi, ripulirono il greto dei torrenti, prepararono laghetti artificiali per la pesca, costruirono dighe, scavarono canali per l’irrigazione, costruirono ponti e torri antincendio, combatterono le malattie dei pini e degli olmi, ripulirono spiagge e terreni per campeggi.
È questo un precedente importante che rafforza il senso della mia proposta di legge che ha un indirizzo sociale e innovativo, nella speranza che si avviino quei processi proficui alla risoluzione di due delle grandi questioni di questo secolo: il rapporto uomo/natura e il rapporto uomo/lavoro.
A cura di Gianni Melilla