Dopo la lettera del giugno scorso, indirizzata al Presidente della Repubblica, questa volta oltre 170 famiglie hanno scritto una nuova missiva, indirizzata anche al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per invitarli a risolvere un’intricata situazione “politico-burocratica” che sta rallentando e ostacolando le adozioni dei bambini bielorussi e che travolge ingiustamente le ragioni, la sensibilità e i bisogni di questi inerti cittadini.
La Repubblica di Bielorussia, infatti, autorizza le adozioni internazionali esclusivamente all’Italia, come gesto di amicizia per l’accoglienza data ai minori post disastro di Chernobyl.
La delibera del Consiglio dei Ministri del 2007 ha approvato il Regolamento sulle “adozioni internazionali e sull’affido e tutela internazionale dei bambini” che stabilisce i termini delle adozioni temporanee per risanamento estivo e invernale: in questi periodi, vengono ospitati circa 20.000 bambini dalle famiglie italiane, molti di loro orfani e collocati dalla nascita in istituti di accoglienza.
Molte famiglie decidono di iniziare il lungo e tortuoso percorso e, dopo estenuanti arzigogoli amministrativi, inoltrano la domanda di adozione nominativa alla Commissione Adozioni Internazionali.
Nel 2013, visto il calo nel numero di adozioni ed affidi, l’allora Presidente della Repubblica Napolitano aveva chiesto esplicitamente al Parlamento di affrontare i problemi che scoraggiano tanti genitori ad intraprendere il cammino. Il risultato portò allo sblocco di un cospicuo numero di adozioni. Adesso le cose sembrano tornare nella situazione di stallo precedente alla fine del 2013.
“Per poter dare continuità a questa importantissima procedura, a nostro avviso - scrivono le famiglie - è conditio sine qua non che una delegazione istituzionale politico amministrativa dovrà recarsi ogni anno in Bielorussia per firmare il protocollo d’intesa e sottoscrivere l’elenco delle coppie che possono adottare i minori abbandonati, già accolti dalle famiglie italiane, nel pieno rispetto degli accordi previsti dalla citata Convenzione”.
Nel frattempo, i minori bielorussi e le famiglie italiane che vogliono adottarli, continuano a soffrire in questo clima di incertezza e confusione solo per la latitanza del Governo italiano e della Commissione Adozioni Internazionali (CAI).
Per queste ragioni le famiglie hanno rivolto un caloroso appello al Presidente Mattarella ed al Presidente Renzi, affinché si concluda questa procedura istituzionale, come auspicato dalla mia risoluzione, depositata in Commissione Affari esteri e comunitari ad ottobre 2014, che renderebbe immediatamente esecutivo l’elenco e permetterebbe così alle famiglie italiane di portare a termine l’iter adottivo di minori della Repubblica di Bielorussia.
“Preghiamo di far sentire la Sua autorità, presso la CAI, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e le Presidenze di Camera e Senato competenti in materia di adozione - concludono le famiglie nelle lettere indirizzate a Mattarella e Renzi - affinché costituiscano immediatamente una delegazione istituzionale permanente che si rechi ora e ogni anno in Bielorussia a firmare il protocollo d’intesa e sottoscrivere l’elenco delle coppie che possono adottare i minori abbandonati, già da loro accolti, nel pieno rispetto degli accordi previsti dalla Convenzione dell’Aja del 29 maggio 1993, così da dare agli stessi bambini un futuro certo e predisporre la lettera di garanzia per l’impegno a garantire le relazioni post adozioni al fine di superare l’immobilismo che si è creato intorno alle adozioni e che costringe tanti minori, che hanno una famiglia pronta ad adottarli, a marcire all’interno degli orfanotrofi”.
A cura di Emanuele Scagliusi