Ogni gestore è un repubblica a sé, in Italia ne esistono 700 suddivisi in 5 tipologie di soggetti giuridici, che forniscono servizi pubblici di captazione, distribuzione, nonché collettamento, depurazione e smaltimento delle acque reflue.
L’allacciamento al sistema fognario ed agli impianti di depurazione è obbligatorio per legge per tutti i nuclei di 2000 abitanti ossia con una produzione di acque sporche corrispondente a tale numero di residenti.
Questa normativa europea è in vigore in Italia dal 2006 ma i Comuni che dovrebbero avere le fogne e non le hanno sono ancora tanti ma anche per loro è presente il balzello in bolletta.
Molte le autodenunce all’Europa per infrazione che sfociano in procedure e poi in multe salatissime - una cosa, insomma, all’italiana. Per le inadempienze nell’attuazione della Direttiva, l’Italia ha già subito due condanne da parte della Corte di Giustizia europea, la C565-10 (Procedura 2004-2034) e la C85-13 (Procedura 2009-2034) e l’avvio di una nuova procedura di infrazione (Procedura 2014-2059).
Una mappa completa della situazione è disponibile sul sito Italia Sicura dove è monitorato il sistema idrico italiano con le sue infrastrutture e dove ci si può divertire, ma non troppo, a trovare tutte le infrazioni sia per Regione che per Provincia.
In Toscana, ad esempio, la maggior parte delle infrazioni sono concentrate nella provincia di Pisa con 14 procedure, seguita a ruota da Firenze con otto, Siena, Pistoia, Arezzo con quattro, Prato, Livorno e Grosseto con due e Lucca con una. Tutti i progetti di nuovi impianti sono stati finanziati con 16 milioni dallo Stato e 245 milioni dall’Autorità Idrica Toscana, che ne ha stanziati altri 79 per allacciare le fogne anche a nuclei sotto i 2000 abitanti.
Torniamo alla beffa per gli utenti che, pur non essendo allacciati alla depurazione e/o alle fognature, pagano questo disservizio con un ingiusto costo in bolletta.
Solo in Toscana sono 316.000 gli utenti, come da verifiche fatte nel 2015, che dovrebbero essere rimborsati, ma siccome quasi tutte le società di gestione hanno deciso di restituire i soldi solo su richiesta espressa dall’utente, si sono ben guardate dall’informare correttamente gli stessi utenti.
L’Associazione Europea Consumatori Indipendenti (A.E.C.I.), ha così deciso di mettere in atto un SOS a favore dei soci utenti: tutti gli sportelli dell’Associazione, raggiungibili anche telematicamente alla casella email [email protected], leggeranno le bollette e forniranno tutte le informazioni per ottenere il rimborso.
A cura di Leonardo Peruffo