Chi non vorrebbe spostarsi con l’auto senza doverne pagare l’acquisto, l’assicurazione, il bollo, il carburante, la manutenzione e la pulizia? Alzata di mani generale. Bene, sappiate che mai come in questo caso è vero il detto “volere è potere”. Quello che pensate sia soltanto un sogno è già realtà in molte città d’Italia e risponde al nome di car sharing. Un inglesismo, come sempre capita quando si discute di innovazione a casa nostra. |
Il gestore del servizio mette a disposizione un certo numero di auto ogni giorno dell’anno, 24 ore su 24, noleggiabili a tempo da parcheggi distribuiti capillarmente sul territorio cittadino.
Registrandosi al sistema erogante il servizio - gratuitamente o dietro pagamento di una quota di iscrizione, a seconda del gestore - si può procedere a prelevare per i propri spostamenti un’autovettura dall’area parcheggio più vicina - direttamente o dietro prenotazione, anche qui a seconda dell’operatore che gestisce la flotta di vetture in condivisione. Terminato il noleggio in una delle aree riservate, l’auto sarà pronta per essere utilizzata da altri.
I VANTAGGI. La tariffa di noleggio include i costi fissi legati alla proprietà e al mantenimento dell’auto, dal carburante all’usura, dalle coperture assicurative all’assistenza stradale, dalla manutenzione alla pulizia. In sostanza, dell’auto si paga soltanto l’utilizzo effettivo, calcolato in base al tempo e ai chilometri percorsi.
In più, molte città agevolano il car sharing consentendo alle auto condivise il libero accesso alle zone a traffico limitato, il transito sulle corsie preferenziali e la sosta gratuita sulle strisce blu.
Un bel risparmio per noi cittadini, oltre che un contributo non indifferente alla lotta contro l’inquinamento in città, se si considera che il ricorso ad un’auto condivisa diminuisce l’utilizzo dei mezzi privati negli spostamenti individuali.
Senza contare che le vetture in condivisione, utilizzate in maniera ben più intensiva delle auto private - che restano ferme per il 97% circa del loro tempo di vita - tendono ad essere rinnovate con frequenza molto maggiore. Ne consegue che il car sharing offre veicoli sempre all’avanguardia, con emissioni meno inquinanti e consumi più bassi.
LE ORIGINI. Questo innovativo sistema di mobilità ha avuto origine non dall’altra parte dell’oceano, ma nella vicina (ahi noi, soltanto geograficamente) Svizzera, intorno alla metà degli anni Ottanta. Da qui ha preso piede nel Nord Europa - Paesi scandinavi, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Austria - negli Stati Uniti e in Canada, per poi diffondersi in tutto il mondo.
Nel solo 2013 l’offerta di servizi di car sharing a livello globale è cresciuta del 50%, con quasi 3,5 milioni di utenti e 70.000 veicoli in condivisione, i tre quarti dei quali concentrati fra Europa e Nord America.
Nel Belpaese il mercato dell’auto condivisa è oggi in pieno boom. Dopo un avvio lento all’inizio degli anni 2000, le iniziative di car sharing promosse dal Ministero dell’Ambiente hanno fatto registrare una crescita fenomenale nel 2013, con un’impennata degli utenti del + 400%, grazie alle opportunità date agli operatori privati - da Car2go a Twist a Enjoy, solo per citarne alcuni - di penetrare efficacemente il mercato.
Il servizio di auto in condivisione è diventato molto forte a Milano ed è attivo in molte altre città italiane del Centro-nord, da Torino a Roma, mentre stenta a decollare al Sud.
IL FUTURO. Nelle grandi città è ormai in atto il cambio di mentalità dal possesso di un’automobile all’utilizzo di una condivisa. Gli utenti sono attratti sia dalla convenienza del servizio rispetto al costo di un’auto privata, sia dalla comodità e semplicità di noleggio e utilizzo.
Pertanto le prospettive del car sharing non possono che essere positive. Una ricerca condotta da Frost & Sullivan stima che l’adesione al car sharing a livello mondiale crescerà fino a 5 milioni di utenti entro la fine di quest’anno.
Ben più timido lo sviluppo del car sharing elettrico, che mette a disposizione dei cittadini auto dall’impatto ambientale ridotto ai minimi termini. Il salto dall’auto tradizionale a quella ecologica resta al momento molto circoscritto in ogni parte del mondo, per le enormi difficoltà di ordine infrastrutturale oltre che culturale.
PRESTO IN ARRIVO ANCHE LO SCOOTER SHARING. “Dopo il car sharing e il bike sharing puntiamo sul motociclo, lo scooter sharing. Così, qualunque sia il mezzo di locomozione, i cittadini potranno scegliere se possederlo o utilizzarlo solo per il tempo utile a spostarsi in città o fuori”. È quanto dichiara Pierfrancesco Maran, assessore milanese ai trasporti e delegato ANCI (Associazione nazionale dei comuni italiani) alla mobilità.
L’annuncio arriva durante un convegno svoltosi a fine ottobre al Castello Sforzesco nell’ambito di Citytech, la tre giorni milanese dedicata alla mobilità sostenibile.
Milano è la città che per prima ha avviato la rivoluzione della mobilità in Italia. Oggi conta più di 2000 vetture di car sharing, 120.000 utenti unici del servizio e 12.000 impieghi delle biciclette in condivisione, al punto da contendersi con Berlino il primato in Europa. La città non è più tra quelle maggiormente congestionate del continente e le abitudini di mobilità dei milanesi negli ultimi anni sono molto cambiate, non solo grazie ad iniziative quali la pedonalizzazione di diverse aree e i divieti di transito in centro, ma anche grazie all’opportunità offerta dai servizi di condivisione di auto e bici di risparmiare sui costi di utilizzo dell’auto privata.
Forte del successo del car e del bike sharing, la Giunta Pisapia ha lanciato ad agosto l’idea delle due ruote in condivisione. Un progetto innovativo e all’avanguardia, che conta esempi di successo a Parigi, Londra e Barcellona. L’obiettivo è di avviare il servizio tra febbraio e marzo 2015, in modo da poterlo testare in tempo per l’Expo. Entro fine 2014 - assicura Maran - uscirà l’avviso pubblico che aprirà ai privati il mercato dello scooter sharing: come nel car sharing, nessun monopolio ma libera concorrenza.
L’iniziativa ha già riscosso l’interesse di molte aziende, dai colossi alle start-up, che sempre più puntano sulla condivisione di servizi e mezzi nel nostro Paese. Per citarne alcune, Yamaha, Piaggio in partnership con Eni, l’operatore spagnolo Going Green, già attivo a Barcellona con il progetto Motit, la start-up tutta italiana MiMoto, che punta sull’elettrico, e la società di noleggio moto Hills and Wheels.
I requisiti che porrà l’avviso pubblico? Le aziende dovranno rispettare alcuni parametri di solidità, il servizio di scooter sharing dovrà coprire il 95% del territorio comunale, vale a dire non solo il centro ma anche le periferie della città metropolitana. Infine, agli scooter condivisi potrà accedere anche chi non ha mai guidato un motorino, grazie ad un servizio di formazione ad hoc.
Avete già letto l'intervista al delegato ANCI per la Mobilità Pierfrancesco Maran?
A cura di Francesca Vinai