Parliamo di “milioni” perché, erroneamente, il voto fuori sede viene spesso associato solo agli studenti, quando, invece, riguarda anche i lavoratori e migliaia di altre persone – pensiamo solo a chi si trova in situazioni di degenza e ai famigliari che lo accompagnano – costretti a pagare biglietti per viaggi spesso fuori portata per esercitare un proprio diritto. Il risultato è che molti di loro rinunciano in partenza, aggravando ulteriormente il dato – drammatico – sull’astensionismo.
Negli anni, ci sono state pressioni da parte di studenti e associazioni e, in particolare, molto efficace è stata l’azione portata avanti dal comitato “Voto dove vivo”.
Finalmente – dopo che nella penultima legislatura sembrava che il risultato di una legge ad hoc fosse a portata di mano per merito del Partito Democratico, prima che il Governo Draghi venisse fatto cadere in anticipo sui tempi – è stato ottenuto che il Parlamento si esprimesse sul tema. Il decreto approvato dalla maggioranza – che ha consentito, limitatamente per le elezioni Europee dell’8 e 9 giugno, a chi si trova lontano da casa per motivi di studio di votare anche nella Regione di domicilio e non soltanto in quella di residenza – è stato sicuramente un passo avanti, ma purtroppo presenta ancora numerose lacune:
- non si tratta di una legge stabile, ma di una sperimentazione introdotta grazie a un emendamento al “Decreto elezioni”;
- la possibilità non è valsa per le elezioni amministrative che si sono svolte negli stessi giorni;
- solo chi è lontano da casa per motivi di studio ha potuto usufruire dei seggi speciali, mentre sono restati esclusi i fuori sede per ragioni di lavoro e di cura;
- i seggi speciali per il voto fuori sede sono stati allestiti solamente nei capoluoghi di Regione;
- nonostante sia stata fatta esplicita richiesta, la campagna di informazione e di comunicazione per far conoscere agli studenti fuori sede le modalità con cui accedere a questa opportunità è stata carente.
- nel Comune dove vivono temporaneamente, se questo appartiene alla stessa circoscrizione elettorale del Comune di residenza;
- in seggi speciali istituiti nel capoluogo di Regione del Comune dove vivono temporaneamente, se quest’ultimo appartiene ad una circoscrizione elettorale diversa da quella di residenza.
Di fronte a questa situazione, viene purtroppo da pensare che l’obiettivo della maggioranza sia proprio questo.