Tra il 10 e il 13 aprile, a Veronafiere Vinitaly ha ospitato 130.000 operatori da 140 nazioni e ha visto superare lo storico record di 100.000 metri quadrati netti espositivi, prima rassegna al mondo per superficie, con oltre 4.100 espositori provenienti da più di 30 Paesi.
Quasi 50.000 le presenze straniere, con 28.000 buyer accreditati dai mercati internazionali, in aumento del 23% rispetto al 2015.
Nella top ten dei buyer esteri, crescono Cina (+130%), Canada (+30%), Francia (+29%), Stati Uniti (+25%), Paesi Bassi (+24%), Giappone (+ 21%), Regno Unito (+18%), Russia (+18%), Germania (+11%) e Paesi del Nord Europa (+8%).
“L’obiettivo era quello di dare un segnale chiaro alle aziende espositrici e ai visitatori, per fare in modo che la 50esima edizione di Vinitaly fosse quella che proiettava la rassegna nei prossimi cinquant’anni - ha commentato il Presidente di Veronafiere, Maurizio Danese - L’aver saputo mantenere la parola data e creare un format che ha soddisfatto in pieno le attese, sia per il wine business in fiera sia per il wine festival in città, con un’edizione di ‘Vinitaly and the City’ dai grandi numeri, è motivo di orgoglio e di impegno per migliorare ulteriormente il prossimo anno”.
La parola chiave di Vinitaly 2016? È stata “innovazione” nelle tre declinazioni di prodotto, processo e consumo.
Infatti, la riflessione su quale sia il vino che i viticoltori intendono produrre - alla luce di tematiche sempre più attuali quali tutela dell’ambiente, responsabilità di impresa, valorizzazione della biodiversità e dei vitigni autoctoni - sta portando ad un’innovazione di prodotto che arricchisce il vino di contenuti etici e sociali.
L’evoluzione di processo coinvolge tutta la filiera: dal campo, con applicazioni sempre più raffinate della viticoltura di precisione, al consumatore, con la finalità di aumentare la qualità, ridurre i costi, impattare sempre meno sull’ambiente.
L’evoluzione della società nel suo complesso sta invece portando ad un’innovazione nel consumo di vino, con i giovani e la comunicazione digitale, driver del futuro.
L’innovazione in tutti questi aspetti si è potuta toccare con mano a Vinitaly.
Le produzioni certificate biologiche e i vini artigianali sono stati protagonisti dei saloni specializzati Vinitalybio e Vivit, ma produttori ecofriendly, biologici o comunque attenti all’ecosostenibilità, all’etica di impresa, fino ai vini vegani, erano presenti in ogni padiglione della fiera.
I vitigni autoctoni, alcuni dei quali mai vinificati prima, sono stati valorizzati grazie alle degustazioni proposte della Vinitaly International Academy, mentre di innovazione tecnologica si è discusso nei convegni e a Enolitech, dov’erano presenti i più importanti produttori di mezzi tecnici e servizi.
A cura della redazione