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Tintarella protetta, let the sun shine!

21/7/2015

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L’arrivo dei primi raggi solari è visto da molti come l’abbandono dell’eterea carnagione tipica del periodo estivo, un “arrivederci” alla famosa tintarella di luna. Soprattutto nella cultura mediterranea - è fatto noto - l’abbronzatura è sinonimo di colorito sano, spesso senza considerare le ripercussioni che il sole ha sulla nostra cute. 
Da qui la messa in commercio di chimeriche creme con fattore di protezione solare (SPF) 6, oltre alla diffusa convinzione che, dopo i primi giorni di esposizione solare, non sia più necessario applicare la crema protettiva. 
Nulla di più sbagliato, perché ci si può abbronzare anche applicando protezioni solari alte, ottenendo un colorito duraturo nel tempo. 
Le regole per una corretta esposizione solare sono elementari: evitare completamente le ore centrali della giornata (dalle ore 11.00 alle ore 16.00), ricordando che l’ombrellone non ripara al 100% dai raggi solari, ed applicare una crema protettiva ogni due ore, oltre che dopo essersi bagnati.
Anche la scelta della giusta crema solare è importante: innanzitutto, è fondamentale scegliere un prodotto che protegga sia dai raggi UVA che UVB, perché i secondi proteggono dall’ustione solare, inducendo ad un’apparente sensazione di protezione, ma non difendono la pelle dall’invecchiamento cutaneo. Inoltre è importante che la crema sia “fotostabile”, ovvero che il filtro al suo interno abbia la capacità di agire in un tempo prolungato.
L’efficacia della protezione può essere minata da componenti esterni: profumi e colonie sono da evitare durante l’esposizione solare perché fotosensibili, ma anche prodotti utilizzati “a distanza” dal sole possono essere dannosi. Se si utilizzano creme per il viso o per il corpo che contengono acido glicolico (utilizzato per trattamenti esfolianti), è sconsigliato prendere il sole, in quanto questo elemento è fotosensibilizzante.
Sebbene la protezione solare sia essenziale per tutti, è altresì vero che alcune carnagioni ne hanno più bisogno di altre. Per scegliere l’SPF adatto è necessario conoscere il proprio fototipo, ossia la tipologia della pelle determinata sulla base della quantità e qualità della melanina, oltre che dalla carnagione, dal colore dei capelli, etc. Esistono 6 differenti classificazioni, che spaziano dal fototipo 1 (persone bionde o rosse con pelle chiarissima) al fototipo 6 (persone con capelli scurissimi e pelle non particolarmente sensibile).


L’ABC dei raggi solari
La luce solare è composta da diverse radiazioni: la luce visibile, gli infrarossi e gli ultravioletti. Quest’ultima radiazione si suddivide nelle seguenti tipologie:
UVA: sono la principale componente della radiazione ultravioletta che arriva sulla terra ed sono presenti in maniera costante tutti i giorni dell’anno e per tutta la giornata, con un lieve picco nei periodi estivi. Sono radiazioni potenti, che penetrano in profondità nelle pelle (causando l’abbronzatura) ma sono i responsabili dell’invecchiamento cutaneo, oltre ad incrementare il rischio di tumori alla pelle. Sono emessi dalle lampade autoabbronzanti
UVB: sono presenti principalmente nelle ore più calde della giornata e si limitano a colpire gli strati superficiali dell’epidermide. Nonostante siano meno potenti dei raggi UVA, sono altrettanto insidiosi in quanto favoriscono le mutazioni nelle cellule che, oltre a provocare scottature ed eritemi, aumentano i rischi di tumore alla pelle.
UVC. Meno famosi rispetto ai primi due, sono anche i meno pericolosi in quanto filtrati dall’atmosfera. Negli ultimi anni, tuttavia, si ipotizza siano la causa di irritazioni e congiuntivi a causa della rarefazione della fascia d’ozono. Sono utilizzati nel campo della sterilizzazione per il loro potere battericida. 

VERO o FALSO? 3 MITI DA SFATARE
Il cielo è nuvolo, la protezione non serve!
Falso. La scottatura è dietro l’angolo in quanto le nuvole non filtrano i raggi UV, in particolare quelli UVA. 
Un SPF 15 protegge la metà rispetto ad un SPF 30?
Falso. I numeri in questo caso non sono da prendere alla lettera. L’indicazione dell’SPF è calcolata facendo il rapporto alla quantità di tempo necessario per produrre una scottatura sulla pelle protetta con filtro UVB e senza filtro. In questo caso, un prodotto con SPF 15 fornisce protezione contro il 93% dei raggi UVB, mentre quella con un SPF 30 ne scherma il 97%.

I cosmetici possono sostituire una crema solare?
Vero, ma solo in parte. È sempre più frequente la commercializzazione di prodotti cosmetici con all’interno protezione solare. Attenzione però: occorre tenere in considerazione l’applicazione non omogenea dei prodotti su tutto il corpo, oltre al fatto che questi vanno in ogni caso riapplicati più volte nell’arco della giornata. 


A cura di Elisa Galvagno
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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