Dopo anni di battaglie con Governi e compagnie telefoniche siamo riusciti ad abolire una volta per tutte le tariffe roaming. Per me, che ho negoziato per conto del Gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, si tratta di una grande soddisfazione, anche perché per una volta il vantaggio di essere cittadini europei si può toccare con mano.
Quest'estate anche gli inglesi più euroscettici potranno chiamare e navigare in Internet dalle loro località di villeggiatura preferite in Spagna o in Grecia senza costi aggiuntivi. Inoltre, dopo i primi giorni dall'abolizione delle tariffe, il 15 giugno, non sono stati rilevati i terribili aumenti dei prezzi paventati dai populisti. Insomma, l'abolizione del roaming è successo senza se e senza ma dell'Unione Europea e di chi, come noi eurodeputati Pd, ha preferito lavorare a testa bassa nelle commissioni parlamentari di Strasburgo invece di limitarsi a sparare a zero sull'Europa dai salotti televisivi dei talk show. Arrivare a questo risultato non è stato facile e non era scontato. Per anni ci siamo dovuti accontentare solo di progressivi abbassamenti delle tariffe roaming e solo all'alba del 30 giugno 2015, quando abbiamo raggiunto l'accordo finale con Consiglio e Commissione dopo 12 ore di discussioni, ho capito che avevamo vinto. Purtroppo di quella lunga notte e delle centinaia di riunioni e votazioni che abbiamo fatto nessuno ricorderà nulla. Sì, lo so, è strano, ma la libertà è un po’ come l'aria che respiriamo, tendiamo a darla subito per scontata e ci accorgiamo che esiste solo quando manca. Probabilmente non vi stupirete neanche quando un giorno qualcuno vi dirà che “ha fatto più Vodafone (o Tim o Wind o chi volete voi) per l'Europa che non l'Europa stessa”. Alcuni penseranno anche che in effetti è proprio vero! Il vantaggio dell'Unione europea si percepisce quando si utilizza il cellulare in vacanza, non quando si sente parlare di summit, risoluzioni, procedure di infrazione, sessioni plenarie e altre cose noiose. Dite di no? Eppure è già successo. Neanche tre mesi fa Beppe Grillo, quello che vuole il referendum per uscire dall'euro, nei suoi spettacoli teatrali si è messo a dire che “ha fatto più Ryanair per l’Europa che non l'Europa stessa”. Applausi. Peccato che i voli a basso costo in Europa non sono solo il frutto dell'intraprendenza di un'azienda privata, ma il risultato di anni di riforme fatte a Bruxelles per liberalizzare un mercato che era fortemente ingessato e frammentato su base nazionale, un po' come il mercato delle tariffe telefoniche. Oggi non se lo ricorda nessuno, ma anni fa prendere un volo da Roma a Parigi costava fior di quattrini. Gli Stati Uniti hanno liberalizzato il proprio mercato aereo nel 1978 con l'Airline Deregulation Act. In Europa ci sono voluti tre “pacchetti” legislativi, nel 1987, nel 1990 e nel 1992 per poter permettere alle compagnie aeree di accedere a tutte le rotte all'interno dell'Ue senza che siano necessari permessi o autorizzazioni e per poter avere la libertà di fissare liberamente le tariffe aeree. Qualcosa di simile è successo per gli accordi di Schengen, che ci permettono di circolare liberamente in Europa senza essere fermati alle dogane, e per la moneta unica. In ogni caso noi continueremo a fare il nostro lavoro perché l'abolizione del roaming è solo il primo passo verso l'obiettivo finale, che è la creazione di un vero mercato unico digitale dove siano rispettati ovunque i diritti di tutti i cittadini europei. Significa che se ho un abbonamento a Sky o a Netflix sul mio Ipad devo poterlo utilizzare in tutti i Paesi Ue. Significa che se voglio comprare qualcosa su Amazon Italia devo poterlo comprare anche su Amazon Spagna o Francia, avendo gli stessi diritti e le stesse garanzie in termini di rimborso. Significa che ci devono essere le stesse regole in tutta l'Ue che disciplinano le piattaforme online e significa che dal 2020 dovrò avere la possibilità di utilizzare dal mio smartphone un Internet ad altissima velocità con la prossima generazione di connessioni telefoniche, il 5G. Significa anche che i colossi del Web devono rispettare le regole sulla concorrenza e devono pagare le tasse come fanno tutti i cittadini e le aziende europee. Per questo abbiamo appoggiato la decisione dell'Antitrust europeo di affibbiare la multa record da 2,42 miliardi di euro a Google per i comportamenti scorretti sul commercio elettronico. Se cerco una lavatrice su Internet voglio essere sicura che i risultati che escono fuori non siano falsati dagli interessi economici di Google o di qualcun altro. Avere un unico mercato digitale e poter viaggiare e telefonare in tutta Europa “come a casa” non è solo una comodità per chi se lo può permettere, è un vantaggio competitivo che si tradurrà in maggiore crescita e occupazione per tutti, anche per chi non ha uno smartphone o non è mai andato all'estero.
A cura di Patrizia Toia