“Era il 2009” iniziò il sindaco “quando, un paio di persone, Bruno e Adrio, che assolutamente non conoscevo mi chiesero di poter avere accesso alla strada consortile per entrare nelle nostre miniere e prelevare dei campioni. Io sapevo della loro esistenza ma nessuno ci entrava da decenni oramai, ma non mi aspettavo che lo sapesse anche qualcun altro non del posto”.
L’assidua frequentazione dei forestieri, con l’andar del tempo, si trasforma piano piano in un’amicizia, grazie alla quale il sindaco scopre che le miniere di Tavagnasco hanno un passato, e non un passato di poco conto. Un passato scolpito, tra un colpo di piccone e uno di mazza, da generazioni di tavagnaschesi che hanno letteralmente intrecciato la loro vita e la loro morte, con l’oro e l’argento che estraevano dalle montagne che incombono sul paese.
Le due persone che ho incontrato fanno, infatti, parte dell’AMI, l’Associazione Micromineralogica Italiana, e a Tavagnasco vengono per cercare rocce che sospettano addirittura essere inesistenti altrove. Perché “chi è del mestiere” sa che a Tavagnasco le miniere hanno sempre dato buoni frutti e, a quanto pare, continuano.
Una notizia totalmente inaspettata, un passato perduto cancellato dalla memoria nel giro di un centinaio d’anni scarso: com’era possibile? Ma era veramente così come dicevano Bruno e Adrio, i due ‘stranieri’?
È la fortuna a dare la risposta definitiva a questi interrogativi: nel fondo buio di un baule, sotto una pila di vecchie carte, un giorno viene alla luce la lettera di Teresa, una giovane vedova tavagnaschese che nel 1898 scrive al fratello, raccontandogli della povera vita che trascorre dopo la morte del marito in miniera. Teresa narra anche delle nuove miniere che ‘la Società” ha aperto, che danno “pietra con molto fero, anche se difficile di lavare”, un minerale che “a Torino studiano per usarla per sentire quello che non si può sentire”. È incredibile: Teresa parla della Galena, un solfuro di piombo, descritto per la prima volta addirittura da Plinio il vecchio e sfruttato nel secolo scorso per costruire un tipo di diodo raddrizzatore usato, appunto, nelle radio a galena oltre che per il suo contenuto intrinseco di argento.
Quindi a Tavagnasco si scavava, e si moriva, vivendo in un microcosmo indissolubilmente legato alle miniere. Da qui è partita una ricerca spinta dalla voglia di scoprirne di più che ha portato il sindaco e i suoi collaboratori all’archivio di stato di Torino, dove hanno trovato faldoni interi contenenti planimetrie e mappe topografiche della zona, le quali riportano chiaramente l’esatta ubicazione di ben 16 siti minerari.
Le prime miniere risalgono addirittura al 1492, l’anno in cui Cristoforo Colombo scopriva le Americhe. Ma non ci sono solo le planimetrie, c’è anche qualcos’altro di altrettanto unico e prezioso: il rapporto sulle miniere redatto da Alcide Froment, il direttore tecnico dei lavori, dove si legge che la “situazione topografica delle Miniere è quindi eccezionale: vicinanza al paese, prossimità alla ferrovia, facilità e rapidità delle comunicazioni; tutto ciò concorre a dar loro un valore decisamente superiore a quello che intrinsecamente possiedono. Poche miniere si trovano in una situazione così favorevole.”
È sull’onda dell’orgoglio per questo passato ritrovato, coadiuvati dall’aiuto inestimabile degli amici dell’AMI, che hanno coinvolto nell’impresa il Dipartimento di Scienze della Terra e il CrisDi (Centro Interdipartimentale per lo Sviluppo della Cristallografia Diffrattometrica) dell’Università di Torino che nel 2014, durante l’Anno Internazionale della Cristallografia il comune è riuscito ad organizzare le GMT2014, le Giornate Mineralogiche di Tavagnasco.
Nel mese di giugno si sono svolte due giornate interamente dedicate a seminari sulla mineralogia e sulla cristallografia, durante le quali hanno preso la parola eminenti studiosi, ricercatori e professori universitari provenienti non solo dall’Italia, ma anche dall’estero. Tra un apericena nel bosco, una visita alle gallerie, momenti dedicati allo scambio di minerali e all’enocristallogia l’intento è stato quello di avvicinare tutti al passato di Tavagnasco nella maniera più familiare e intensa possibile. Senza dubbio, l’impresa è riuscita: quasi 600 persone hanno preso parte alla manifestazione, decretandone un successo inaspettato ma bene augurante, perché da qui sono nate numerose iniziative che continueranno negli anni a venire.
Il comune ha, infatti, deciso che la manifestazione avrà una cadenza quadriennale, ma non solo, nel mese di novembre, durante l’ultima delle conferenze legate alle GMT, Luca Bindi, prof. associato dell’Università di Firenze, scopritore dei primi quasi-cristalli in natura, presente anche nel mese giugno, prima di una conferenza davanti a 800 studenti, ha ricevuto il “Premio Galileo”, premio speciale che sarà consegnato, ogni 4 anni, al rappresentante della comunità scientifica che si sarà distinto per aver dato un significativo contributo alla divulgazione scientifica in campo geo-mineralogico e, oltre a questo, il comune ha istituito 2 borse di studio destinate a studenti di mineralogia e cristallografia che vogliono fare la tesi di laurea, o laurea magistrale, a Tavagnasco Con un enorme lavoro e la collaborazione di molti volantari, alcune miniere sono state messe in sicurezza e rese visitabili. Il comune è disponibile ad accompagnare le scolaresche in gita, tempo permettendo, in maniera totalmente gratuita. I numeri da chiamare per informazioni sono i seguenti: 0125.658422 e 0125.658601.
Per gli amanti dei minerali, o i semplici curiosi, si stanno tracciando, inoltre, 4 sentieri facilmente percorribili in autonomia: il sentiero storico, il sentiero religioso, il sentiero naturalistico e il sentiero emozionale che si incroceranno toccando i siti visitabili direttamente dal pubblico. Sulla piazza del comune verrà allestito un totem con tutte le informazioni. Ma Tavagnasco non ha solo miniere, i tesori che questo paese nasconde sono, infatti, molteplici.
Importantissima è la gara podistica che si svolge ogni anno detta ‘Corsa ai piani’, le cui origini sono saldamente ancorate nel 1952, quando alcuni giovani del paese si sfidarono in una classica corsa “a chi arriva prima”, su un percorso in verticale lungo 4.475 m. che si snoda sul fianco della montagna per un dislivello di 1.051 m. Partendo dal comune di Tavagnasco (286 m.s.l.m.) si arriva, infatti, alla chiesa di S.M. Maddalena, in Loc. Piani, (1337 m. s.l.m.). Il primo arrivò allora in 45’, oggi i migliori arrivano al traguardo ben sotto i 40’.
Le pendenze proibitive del percorso, media del 14% con un massimo del 22%, sono una sfida non solo per tutti gli amanti della corsa, ma anche del ciclismo. È infatti alla fine di questa salita che Fabio Aru vinse il suo secondo giro della Valle d’Aosta, nel luglio del 2012, conquistando la corsa con la tappa ritenuta da tutti la più difficile in assoluto, che lo stesso ciclista ricorda ancora oggi nelle sue interviste.
Per gli amanti dello sport, Tavagnasco non si limita a quelli appena citati, è, infatti qui che si è svolto nel 2011 il 9° Raduno internazionale di Canyoning, grazie alle cascate del Rio Piovano e, da ultimo, ma meno importante qui si può anche praticare la scalata su roccia sulla ‘Falesia di Tavagnasco’ esposta a Nord, scalabile anche in estate e ricca di tiri belli e non banali
Il virtuosismo di questo comune e la voglia di fare per il proprio paese si rispecchiano anche in altre iniziative intraprese dal comune, come l’iscrizione all'Agenda 21 il piano d’azione che tramite il processo partecipativo rende lo sviluppo locale più sostenibile, ossia più equo e rispettoso dell’ambiente e il fare parte del circuito dei Comuni fioriti, di cui hanno guadagnato il terzo fiore quest’anno.
In pratica, Tavagnasco è una pepita d’oro sull’argine destro della Dora Baltea, poco conosciuta dal mondo, ma che vale la pena di scoprire con una gita fuori porta in famiglia perché, come mi viene specificato a fine chiacchierata “ricordiamoci sempre che quelli del lato sinistro della Dora hanno la fortuna che la mattina, come prima cosa, vedono Tavagnasco” e, questo, dice tutto.
A cura di Monica Chivino