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Scuola-lavoro, un sistema duale di apprendimento

19/11/2015

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​Nuove misure sull’alternanza scuola-lavoro per incentivare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. 
Il XV Rapporto di monitoraggio sull’apprendistato, realizzato da Isfol e INPS, presentato nel mese di settembre scorso, evidenzia che le diverse forme di apprendistato previste dal Testo unico del 2011, concepite per rispondere alle esigenze differenziate di un’ampia platea di giovani, non ha trovato nella realtà una concreta attuazione.
L’unica tipologia che vive una dignitosa salute è quello professionalizzante. Le altre due tipologie, aventi prevalentemente finalità formativa, rimangono ancora soltanto una previsione normativa sulle quali si è mossa qualche limitata sperimentazione. In buona sostanza si può affermare che l’apprendistato in Italia è ancora, solo, quello professionalizzante.

Il Governo ha, pertanto, individuato una nuova strategia che punta prevalentemente sull’alternanza come strumento per promuovere la formazione e l’occupabilità dei giovani e per favorire la transizione scuola-lavoro.
La recente legge sulla “Buona Scuola” rende obbligatoria, per tutti gli studenti del triennio conclusivo dell’istruzione secondaria superiore, la partecipazione ad iniziative di alternanza scuola-lavoro di durata significativa (400 ore nell’ultimo triennio per i giovani dell’istruzione tecnica e professionale, 200 ore per quelli dei percorsi liceali).

In coerenza con l’approccio della Buona Scuola il Jobs Act rilancia l’apprendistato di primo e terzo livello, come strumenti utili per ridurre la dispersione scolastica, come opzioni che consentono di ampliare l’offerta formativa e soprattutto di rafforzare il collegamento fra scuola e lavoro dando origine, attraverso questa riforma, ad una via italiana all’apprendimento duale.
Si tratta di quelle forme di apprendistato che hanno una più significativa valenza formativa, perché sono strutturalmente collegate al sistema di istruzione e formazione dal momento che consentono l’acquisizione degli stessi titoli di studio acquisibili nei percorsi ordinari a tempo pieno: qualifica e diploma professionali, diploma di istruzione secondaria superiore, titoli di laurea triennale o magistrale, master, dottorato.
Queste sono forme di apprendistato in grado di assicurare una più ampia integrazione dei giovani nel mercato del lavoro: una sorta di “sistema duale italiano” che mutua alcuni aspetti delle esperienze straniere, adattandole alle caratteristiche strutturali del nostro Paese.

Le nuove misure in tema di apprendistato più propriamente formativo, accompagnano quei giovani che desiderano inserirsi al lavoro dal compimento del 15esimo anno, assicurando loro di poter usufruire allo stesso tempo di un percorso di formazione che consente di conseguire un titolo secondario a validità nazionale.
Viene poi supportato l’inserimento nelle imprese di giovani con elevate professionalità, attraverso un percorso che combina studio e lavoro, in un progetto unitario che consente di acquisire un titolo in tutte le filiere dell’istruzione superiore. Entrambi i percorsi consentono di avvicinare scuola e lavoro, migliorando la capacità della formazione di fornire competenze spendibili e consentendo alle imprese di acquisire risorse utili per lo sviluppo della competitività aziendale.
Il rilancio dell’apprendistato di primo e terzo livello e specificatamente la nascita del sistema duale italiano, punta a produrre effetti positivi sui giovani, sulle imprese, e in generale, sul sistema educativo e produttivo.

La definizione degli standard formativi, che costituiscono i livelli essenziali delle prestazioni, è rimessa ad una regolamentazione da emanarsi di concerto fra i diversi soggetti istituzionali che ne costituiscono la governance: Ministero del lavoro, Ministero dell’istruzione, Regioni.
Solo per i percorsi di istruzione e formazione professionale regionale il Decreto legislativo attuativo del Jobs Act anticipa già alcune caratteristiche minime della formazione, stabilendo che quella esterna all’azienda non possa avere durata superiore al 60% dell’orario previsto dal percorso ordinamentale per il secondo anno o al 50% per gli anni successivi.

Un successivo provvedimento attuativo, in via di definizione, stabilirà i criteri generali per la realizzazione dei percorsi di apprendistato, i requisiti che debbono possedere le imprese per poter ricorrere a tale strumento, il monte orario di formazione aziendale e scolastica, le modalità di definizione della convezione fra istituzione formativa e imprese.
Si tratta dunque di una trasformazione ampia della regolamentazione dell’apprendistato di primo livello, che modifica in maniera sostanziale la ripartizione degli oneri economici fra i vari attori in gioco: gli apprendisti, le imprese, le istituzioni.
È evidente che la riduzione del costo rappresenta la leva sulla quale si vuole agire per promuovere la diffusione dello strumento e una sua più estesa applicazione, anche della componente formativa. Questa è sicuramente un’operazione complessa da portare a termine, che richiede sinergia e condivisione di tutti gli attori coinvolti.  

Per dare maggiore spinta agli interventi normativi, è stato varato un progetto sperimentale che può contare su parte delle risorse annualmente disponibili per finanziare la formazione per gli apprendisti, realizzata dalle Regioni e Province Autonome e su un finanziamento aggiuntivo reso disponibile dal D.lgs. 150/2015.
Il progetto di sperimentazione, sul quale è stato siglato un accordo con le Regioni e le Province Autonome, risponde all’obiettivo di porre in essere azioni di accompagnamento, sviluppo e rafforzamento di un “sistema duale italiano” nell’ambito della IeFP. Tale sistema è definito da quell’insieme di percorsi e opportunità formative fondate sull’apprendimento duale nelle sue diverse forme - apprendistato, alternanza scuola lavoro, impresa formativa simulata - utili a consentire l’acquisizione di un più ampio ventaglio di competenze.
Il progetto è dotato di un finanziamento per le attività formative pari a 174 milioni di euro, ripartiti sugli esercizi finanziari 2015 e 2016.
I giovani che parteciperanno ai percorsi dovranno realizzare almeno 400 ore l’anno nell’ambito di uno dei percorsi dell’alternanza; per i giovani assunti in apprendistato di primo livello, si prevede che i periodi di formazione non formale in impresa siano pari almeno al 40% del monte ore nel secondo anno e al 50% del monte ore per le annualità successive (terzo ed eventuale quarto anno per l’acquisizione del diploma).
È già stata avviata da Italia Lavoro la procedura di evidenza pubblica per la selezione dei 300 Centri di Formazione che in tutta l’Italia andranno a realizzare la sperimentazione del sistema duale. Sarà loro assicurato un accompagnamento annuale di start up finalizzato a consolidare competenze e servizi che sono imprescindibilmente legati allo svolgimento dell’apprendimento duale.
Per l’intera durata della sperimentazione, le imprese che assumeranno in apprendistato formativo e quelle che ospiteranno studenti in percorsi di alternanza rafforzata, beneficeranno di incentivi a sostegno dei costi sostenuti con l’impiego dei tutor aziendali.

La sperimentazione nazionale rappresenta un grande laboratorio, dal quale ci si attende possa scaturire un modello condiviso di gestione dell’apprendistato.
​Riteniamo sia un modello efficace per assicurare il successo formativo dei giovani e, di conseguenza, per promuoverne una rapida transizione verso il mondo del lavoro.  


A cura di Luigi Bobba
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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