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Più fiducia per il Paese

12/7/2021

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La ripartenza è possibile e non deve essere fatta a 
discapito dei diritti.
è di facile intuizione cos’hanno in comune il ponte Morandi e la funivia del Mottarone, ben più difficile è darne una spiegazione che superi la percezione dell’istinto. In concreto è accaduto che una superficiale valutazione dei fatti ha avuto conseguenze fatali, con la differenza che in un caso i segni premonitori sono durati anni e nell’altro qualche giorno. Le indagini di accusa e difesa contribuiranno a chiarire l’accaduto, come è giusto e doveroso che sia. 

Appare di tutta evidenza che le ragioni economiche possono essere un movente e proprio per questo c’è l’esigenza che serietà e fiducia tornino ad essere protagoniste nel novero delle relazioni economiche e sociali, a tutti i livelli.

Anche la semplice revisione di un’autovettura, nella sua semplicità, attesta che la circolazione del mezzo può avvenire in condizione di sicurezza, sia per il conducente sia per coloro che se lo vedranno passare accanto. Ogni riflessione sull’inevitabilità delle gravi tragedie dovrebbe, pertanto, essere fatta con un esame di coscienza, non solo per quel che si è fatto in prima persona ma anche per quanto si è stati indulgenti, anche se si tratta solamente dei controlli di sicurezza dell’ascensore condominiale o della revisione delle bombole antincendio sul luogo di lavoro. 

È solo con una maggiore responsabilizzazione collettiva che si può immaginare di allentare i formalismi di regole sempre più bizantine con le quali ogni passo è sempre stato difficile. In quest’ottica ben vengano le semplificazioni tanto invocate nel settore degli appalti e da ultimo concesse nel decreto legge “semplificazioni” recentemente approvato: se i controlli sono artificiosi e difficili, ma soprattutto impossibili per mancanza di adeguati controllori, è allora corretto che si provi a farne di meno ma ad eseguirli a regola d’arte. È necessario, però, dare fiducia non solo alle semplificazioni per gli amministratori ma anche alle istanze dei cittadini che, per riconoscere a loro volta fiducia, hanno il diritto di reclamare una maggiore dose di trasparenza. 

Qualsiasi semplificazione, infatti, fornendo minori garanzie di carattere procedimentale, non può fare a meno di incrementare le possibilità di controllo da parte del cittadino, garantendo un accesso agli atti in tempi certi e prevedendo la gratuità dei ricorsi e l’impossibilità di sanzioni indirette, quali ad esempio il pagamento delle spese processuali. 

In concreto basterebbe davvero molto poco. In fondo negli anni sono stati imposti tazebao di ogni tipo, dalla licenza commerciale con gli orari di apertura ai cartelli antifumo con indicazione dell’incaricato di ogni singola struttura.

D’altra parte le possibilità di controllo possono anche essere millimetriche: basti pensare che l’Agenzia delle Entrate consente un certosino controllo dei valori bollati, partendo dal codice identificativo di ogni singola marca da bollo, talvolta del valore di qualche centesimo di euro, è possibile verificarne on line l’autenticità.  

Cosa impedisce la pubblicazione d’ogni atto di gara, a disposizione di ogni cittadino? Perché allora non immaginare che ogni soggetto concessionario o destinatario di un’autorizzazione debba indicare, magari a mezzo di qr-code, il rinvio al sito con tutta la documentazione, dagli elaborati tecnici di progetto, controllo e collaudo, alle autorizzazioni in vigore ed all’indicazione dei responsabili? 

In fondo la semplicità di utilizzo è la stessa che in tempi di pandemia ci ha insegnato a consultare dal web 
persino i menu dei locali pubblici. 

Certamente non sembra corretto proseguire con l’epoca in cui era ritenuto possibile mantenere segreti ed inaccessibili i documenti delle concessioni pubbliche ed immaginare drastiche semplificazioni nell’iter di affidamento degli appalti pubblici.   

Solo così si potrà ripartire, abbattendo con una nuova glasnost il mostro burocratico del quale il paese è rimasto prigioniero. 

Resta, infine, una domanda: se le semplificazioni in arrivo sono considerate una cosa buona, per quale motivo dovrebbero essere a tempo e non permanenti?

A cura di Mary Lin Bolis.
© Gente in Movimento - riproduzione riservata

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