“Esercitare un ruolo così delicato come quello del revisore legale – ha premesso Maninetti – vuol dire innanzitutto ispirarsi costantemente a regole di vita e norme comportamentali che impongono trasparenza, equità e onestà di pensiero. Si tratta di una attività professionale che deve soprattutto rispettare i dettami della Costituzione Italiana, la più bella del mondo, che all’articolo 41 recita testualmente: ‘L’attività economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali’. È questo un passaggio cruciale da sempre sostenuto dall’Istituto Nazionale Revisori Legali col costante ed esplicito riferimento al concetto di ‘controllo’ visto come strumento di tutela sia per chi svolge l’attività economica, e quindi gestisce una azienda privata o un ente pubblico, sia per la collettività”.
“È bene anche ricordare – ha poi proseguito Maninetti – che i principi etici adottati nella professione di revisore legale, ovvero dialogo, confronto, cooperazione, produttività, onestà e trasparenza, spesso richiamano specifici insegnamenti evangelici che oggi più di ieri trovano diritto di cittadinanza in ogni ambito socio-economico: basti pensare, a puro titolo esemplificativo, al rispetto per il prossimo, e ancora alla lealtà nelle relazioni umane ed alla trasparenza nelle quotidiane attività svolte a livello professionale. Il costante richiamo ai principi etici, presente sia nella regolamentazione UE che nella legislazione nazionale, mostra chiaramente come la loro applicazione sia il miglior modo per prevenire errori, evocando più volte l’importanza del cosiddetto ‘scetticismo professionale’: infatti l’identificazione e la valutazione dei rischi di mancata osservanza dei principi etici fondamentali non può che prendere le mosse da una adeguata comprensione e conoscenza dei fatti interni che attengono all’attività dell’impresa, incluse le relazioni professionali. L’esistenza di procedure stabilite dalla normativa che possono riguardare sia il cliente che il revisore legale, aiutano il professionista a identificare i rischi e prevenirli”.
Maninetti ha poi ricordato che l’Istituto da lui presieduto fa parte da diversi anni della Commissione istituita presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze per l’elaborazione dei principi di etica e indipendenza. Un concetto, quello di indipendenza, legato a doppio filo con l’etica. Non a caso l’indipendenza a livello normativo per il Revisore Legale trova la sua massima enunciazione nell’art. 10 del Dlgs 39/2020 modificato dal Dlgs 135/2016 dove viene disciplinato e vengono attuati i principi di indipendenza.
Di grande interesse, poi, il richiamo fatto da Maninetti a due encicliche di basilare valenza per il nostro sistema socioeconomico: la prima è la Caritas in Veritate del 2009 di Papa Benedetto XVI nella quale all’impresa e all’imprenditore, vengono citati più di 50 volte, parla chiaramente della responsabilità sociale dell’impresa. Una responsabilità che riguarda sicuramente anche i Revisori che hanno il compito fondamentale di far rispettare la legalità dei conti. L’enciclica, infatti, ha introdotto il concetto tra impresa profit e non profit e in funzione di questo bisogna dar atto al legislatore italiano di aver disciplinato in maniera peculiare il terzo settore, incaricando i Revisori dell’attestazione del patrimonio sociale nel caso l’associazione volesse acquisire la personalità giuridica. La seconda enciclica è la Centesimus Annus di Giovanni Paolo II nella quale si esalta l’economia di impresa come via di sviluppo per la costruzione del bene comune piuttosto che l’economia di mercato e l’economia capitalista. Predominante è quindi la costruzione del bene comune.
“E non posso che essere orgoglioso della nostra professione – ha sottolineato il Presidente Inrl – quando proprio quell’enciclica vede il rischio dell’impresa nella correttezza dei conti, collegato con la liceità del profitto e la centralità della persona nel corso dei processi di sviluppo con i suoi valori di libertà, responsabilità, dignità e creatività”.
E nella sua nota conclusiva Maninetti ha ricordato che “I sistemi economici in Italia come in Europa e nel mondo, esigono standard morali a tutela delle comunità e purtroppo non sempre questi parametri vengono seguiti e applicati. Ma il dovere di un professionista serio e possibilmente moralmente integerrimo deve essere quello di vigilare, consigliare e predisporre ogni possibile contromisura che possa contribuire a mantenere una impresa sana, così come deve avvenire nella gestione degli Enti Locali, 8mila Comuni sul nostro territorio, che oggi più che mai devono intraprendere un virtuoso percorso contabile in grado di ottimizzare le spese correnti. Alla luce delle ingenti risorse economiche – circa 40 miliardi di euro – messe a loro disposizione dal PNRR”.