Il quadro internazionale, dal punto di vista dell'economia, è estremamente favorevole: il cambio euro-dollaro, il prezzo del petrolio basso e politiche europee che stimolano la crescita come il quantitative easing e il Piano Juncker. Pertanto non dobbiamo perdere questa occasione per uscire definitivamente dalla crisi. |
È prima di tutto necessario favorire gli investimenti: trainano la crescita e l'occupazione. Bisogna puntare sul Sud con un provvedimento come una super-DIT che elimini la tassazione degli utili reinvestiti senza imporre dove reinvestirli.
Bisognerebbe, poi, rivedere i criteri della tassazione locale. Il criterio del metro quadro penalizza il manifatturiero, l'artigianato, i servizi soprattutto quelli legati al turismo. Sarebbe molto più equo utilizzare il criterio del lavoro aggiunto. Per far crescere il PIL è necessario intervenire, poi, sul mercato immobiliare: su quello privato, non soltanto sugli investimenti pubblici nelle opere pubbliche.
La filiera immobiliare è la filiera più lunga di questo Paese ed è anche quella più reattiva.
Un altro fronte di intervento sarebbe mettere le banche in condizione di erogare più facilmente mutui, anche trovando altre forme, ad esempio estendendo il leasing alle persone fisiche ma a fisco di mutuo. Infine, bisogna fare una riflessione sulle nuove norme in gestazione riguardo al sistema bancario, la cosiddetta Basilea 4.
Esse potrebbero annullare definitivamente tutti gli sforzi fatti dalla BCE, poiché chiederebbero alle banche una nuova capitalizzazione e questo limiterebbe, in modo pesantissimo, il credito soprattutto alle PMI, che sono quelle che ne hanno più bisogno in tutta Europa.
A cura di Raffaello Vignali