Recenti statistiche evidenziano che l’Italia è ultimamente divenuta un Paese con crescita demografica pari a zero o, peggio, con segno negativo. Sicuramente il lunghissimo periodo di pesante crisi economico-finanziaria non ha certo contribuito ad infondere fiducia nelle famiglie ma, anzi, ha oltremodo spinto le giovani coppie ad attendere tempi migliori prima di adempiere al comandamento “andate e moltiplicatevi”. |
È, quindi, per questi motivi che la conciliazione tra i tempi di vita e i tempi di lavoro delle donne e la promozione di sistemi di welfare aziendale sempre più innovativi sono diventati obiettivi primari che uno Stato civile si deve porre.
Nel nostro Paese già da molti anni sono in vigore norme che si muovono in tal senso, ma con il Jobs Act e più precisamente con il decreto legislativo 80/2015, in vigore dal 25 giugno scorso, si va ancora di più in questa direzione, in particolare per quanto riguarda la tutela della maternità e la valorizzazione dell’esperienza genitoriale.
Oggi, infatti, il congedo obbligatorio di maternità, soprattutto in caso di parto prematuro oppure di ricovero del bambino, può essere fruito con una maggiore flessibilità, al fine di favorire il rapporto madre-figlio senza rinunciare alle tutele della salute della madre.
È stato, inoltre, esteso il periodo temporale durante il quale i genitori possono scegliere di usufruire del congedo parentale facoltativo, estendendolo dai precedenti otto agli attuali dodici anni di età del bambino. Anche le lavoratrici autonome potranno, finalmente, usufruire di tale congedo parentale. Ed ancora, è stata meglio definita la possibilità di fruire dei periodi di congedo parentale su base oraria, modalità finora prevista solo sulla carta ma pressoché inutilizzabile nella realtà.
Dalle nuove disposizioni risulteranno inoltre maggiormente tutelate anche le madri iscritte alla Gestione Separata Inps, in quanto è previsto che d’ora in poi l’eventuale mancato versamento dei contributi da parte del committente non metterà più a rischio la fruizione dell’indennità di maternità.
Il decreto di cui sopra compie un ulteriore importante passo verso la totale equiparazione della genitorialità naturale con quella adottiva o affidataria, in quanto viene previsto che anche i genitori adottivi o affidatari si vedranno riconosciuti i loro diritti per la fruizione dei congedi parentali, nonché per l’applicazione del divieto di svolgimento di lavoro notturno, finora previsti solo a favore dei genitori naturali.
Da ultimo, ma non certo per importanza, va menzionato che la norma in commento introduce particolari agevolazioni per favorire la stipula di contratti di telelavoro, se finalizzati a permettere di meglio conciliare le esigenze di carattere lavorativo con quelle di famiglia, nonché particolari disposizioni a tutela dei lavoratori (perlopiù donne) vittime di violenza di genere.
Un orario di lavoro meno rigido, il telelavoro, la possibilità di fruire dei congedi parentali anche su base oraria, sono solo alcune delle soluzioni che in Italia si è scelto di adottare per permettere di meglio conciliare le esigenze personali dei lavoratori, anche autonomi, con quelle produttive delle imprese, altrettanto importanti al fine di raggiungere una tanto sospirata ripresa economica.
La flessibilità sul lavoro permette di aiutare concretamente i genitori che lavorano. Gli strumenti ci sono, quindi si può sempre più sostenere che la rivoluzione del lavoro e la ripresa della crescita demografica passano dalle aziende.
A cura di Bruno Bravi