È nato così il primo contatto ufficiale dell’Asaps con Autostrade per l’Italia. Subito dopo mi venne proposto di fare entrare Asaps nella costituenda “Consulta per la Sicurezza e la Qualità del Servizio che stava per essere varata da Autostrade per l’Italia.
Ovviamente fui lusingato da una parte, ma guardingo dall’altra. Ma come, l’Asaps non era stata quell’associazione che aveva lanciato la proposta, poi realizzata, di numerare i cavalcavia all’epoca dei lanci idioti e assassini dei sassi dai cavalcavia, in particolare quelli autostradali? Non era sempre l’Asaps che si era impegnata per il posizionamento delle reti di protezione sempre nei cavalcavia autostradali per evitare cadute nel vuoto da parte di smarriti automobilisti in stato di choc di notte dopo un precedente incidente? Non eravamo sempre noi che avevamo insistito nel proporre almeno la segnaletica verticale del divieto di accesso maggiorata su sfondo giallo perché fosse molto più visibile al fine di evitare i contromano in autostrada e sulle superstrade?
Sì, insomma, l’Asaps aveva contribuito a far spendere un bel po’ di soldini ai vari gestori delle Autostrade italiane.
Perché allora proprio (e solo) Autostrade per l’Italia ci voleva nella Consulta?
La domanda rimase sospesa fino alle prime riunioni. Quando vidi che alla Consulta stessa partecipavano sempre i massimi vertici di Autostrade per l’Italia, e spesso lo stesso Ing. Castellucci, quando vidi che ne facevano parte il Servizio Polizia Stradale col suo direttore, le varie e agguerrite Associazioni dei Consumatori e il direttore di Quattroruote, la bibbia dell’automobilismo in Italia, mi dissi “qui allora si fa sul serio e l’Asaps deve esserci!”.
L’esperienza della Consulta in questo bilancio decennale è stata positiva, molto positiva.
Ricordo proprio bene che partimmo sul tema sicurezza con l’illustrazione dell’installazione del Tutor sui primi tratti della rete Autostrade per l’Italia con risultati a dir poco clamorosi in senso positivo con un taglio netto degli incidenti e delle vittime. L’Asaps (ma devo dire anche altre associazioni) aveva creduto subito nell’efficacia di questo misuratore della velocità media su tratti determinati della fettuccia autostradale. Oggi con i suoi 2.500 km di estensione il Tutor si sta rivelando uno strumento efficiente e indispensabile per garantire la sicurezza sulla rete di Autostrade per l’Italia. Ci piace qui ricordare, anche se è noto, che già nel primo decennio 2001-2010 sulle autostrade italiane si era raggiunto l’obiettivo assegnato dall’UE della diminuzione del 50% delle vittime per incidenti stradali. E Autostrade per l’Italia aveva fatto meglio di tutte le concessionarie.
L’impegno è continuato in questi anni con proposte e suggerimenti sui diversi aspetti della sicurezza e della qualità dei servizi offerti agli utenti. Ovviamente l’Asaps si è concentrata di più sulla sicurezza stradale offrendo il contributo sistematico dei dati dei suoi osservatori: dalla pirateria stradale, ai contromano, dalle stragi del sabato sera, agli incidenti che coinvolgono i bambini. Tanto si è discusso sulla sicurezza nei cantieri stradali mobili e fissi e sulla necessità di rendere i percorsi più fruibili in particolare nei periodi di esodo estivo, o ancora del sempre più vasto utilizzo dell’asfalto drenante o della messa in sicurezza delle gallerie secondo le direttive UE. Devo dire che l’Ing. Castellucci e i vertici di Autostrade per l’Italia mi hanno lasciato sempre ampio spazio per l’esposizione dei dati e per le conseguenti proposte, spesso anche acompagnate dalle giuste dosi di critica, ma sempre propositiva come mi riconobbe l’Ing. Castellucci in quell’ormai lontano inverno del 2006.
Sì, sono convinto che la Consulta abbia fatto in questi dieci anni veramente un buon lavoro e altro ne rimane da fare, non si discute. Intanto va perseguito il secondo obiettivo di una ulteriore riduzione delle vittime della strada nel decennio 2011-2020. Lo so, non sarà facile visto che stiamo arrivando vicino allo zoccolo duro della sinistrosità sotto il quale è difficile scendere. La stessa Gran Bretagna che ha raggiunto livelli minimi di sinistrosità e mortalità in Europa sta incontrando difficoltà a scendere ancora.
Siamo del parere che l’elettronica, con il Tutor in testa, abbia dato già molto, moltissimo. Ma ora le ciliegie passe sono finite. Ora dobbiamo arrampicarci sulla pianta perché in cima ci sono le altre ciliegie velenose da eliminare. Si chiamano utilizzo del cellulare alla guida, la new entry al vertice della classifica della sinistrosità stradale, il mancato uso delle cinture di sicurezza, la guida in stato di ebbrezza da alcol o droghe, i tempi di guida dei camionisti e il “taroccamento” dei cronotachigrafi.
Per far fronte a questo paniere di violazioni l’elettronica non basta! Ora servono sì campagne informative ed educative intelligenti ma servono soprattutto agenti in divisa sulle strade e autostrade, servono pattuglie ogni 25-30 km e non ogni 40-50 km, con personale giovane, ben formato e motivato anche per ostacolare il fiorente crescere del crimine nelle città, anche quelle itineranti come le aree di servizio autostradali. Quante volte ne abbiamo parlato in seno alla Consulta! Ma si tratta di materia che non rientra nelle prerogative di Autostrade per l’Italia, anche se credo di poter dire che un ulteriore sforzo logistico Autostrade per l’Italia lo farebbe volentieri per garantire sicurezza a tutti gli utenti che utilizzano la rete autostradale.
A cura di Giordano Biserni